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Costa Ripagnola, la battaglia continua: il Comune di Polignano contro il progetto del resort

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

Costa Ripagnola, la battaglia continua: il Comune di Polignano contro il progetto del resort

Oggi l’udienza contro l’archiviazione dell’indagine penale per abuso edilizio. Intanto la società ha denunciato l’amministrazione a Procura e Corte dei Conti

Martedì 10 Gennaio 2023, 12:36

POLIGNANO - La battaglia su Costa Ripagnola continua. Non solo negli uffici del Comune di Polignano e della Regione, ma anche davanti ai giudici, penali e amministrativi. Da un lato ci sono i contenziosi aperti su sollecitazione degli ambientalisti, dall’altro la denuncia contro l’amministrazione depositata qualche settimana fa dalla stessa società Serim, che parla di «boicottaggio» del suo progetto di recupero dei trulli da destinare a resort. E, per la prima volta in questa vicenda, che ha impegnato anni di passaggi tecnici tra autorizzazioni, stop, revoche e via libera, arrivando fino alla Corte Costituzionale, il Comune è sceso formalmente in campo, schierandosi al fianco degli ambientalisti contro l’archiviazione dell’inchiesta penale, con un cambio di rotta della propria posizione rispetto alla fattibilità del progetto. L’udienza di opposizione si discuterà oggi dinanzi al gip Giuseppe Battista.

LA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE Quasi un anno fa la Procura ha chiesto l’archiviazione dell’indagine per abuso d’ufficio e rifiuto o omissioni di atti di ufficio a carico di tre persone (l’ex soprintendente ai beni archeologici della Puglia, Luigi La Rocca; Giuseppe Tedeschi sempre della soprintendenza archeologica della Puglia; e Marilena Ingrassia Fonte dell’ufficio tecnico del Comune di Polignano) e per abusivismo edilizio a carico di un quarto indagato, l’imprenditore Modesto Scagliusi, titolare della società Serim. L’area era stata sottoposta a sequestro probatorio nell’ottobre 2019 per verificare la regolarità dell’iter autorizzativo ed è stata dissequestrata a gennaio 2022. Qualche settimana dopo il procuratore Roberto Rossi, l’aggiunto Alessio Coccioli e il sostituto Baldo Pisani hanno chiesto l’archiviazione sulla base del fatto che l’autorizzazione rilasciata nel 2019 dalla Conferenza di servizi della Regione Puglia «è vigente» (è stata poi anche confermata ad agosto 2022) e dalle consulenze tecniche disposte dalla Procura «non sono emersi riscontri alle ipotesi di reato, tenuto conto che alcun lavoro è iniziato».

L’OPPOSIZIONE DEGLI AMBIENTALISTI Già ad aprile 2022 il Comitato «I pastori della costa» e Domenico Lomelo, quale cittadino di Polignano, assistiti dall’avvocato Ascanio Amenduni, avevano depositato l’atto di opposizione alla richiesta di archiviazione, chiedendo nuove indagini e accertamenti su ulteriori indagati tra i quali i progettisti della società e dirigenti regionali. Secondo gli ambientalisti «lo stato dei luoghi riportato negli elaborati progettuali» che hanno ottenuto l’autorizzazione «era frutto di abusivismi», cioè una «alterazione del terreno» per una «lama tombata» quasi vent’anni fa. E pur non essendo mai iniziati i lavori, secondo gli ambientalisti «sussiste una lottizzazione abusiva cartolare». Nell’opposizione il progetto Serim viene classificato come una «ristrutturazione edilizia con aumento di volume e modifica di destinazione d’uso, fattispecie notevolmente incidenti sul carico urbanistico, nonché sulla integrità ambientale e paesaggistico, della pregiata zona di Costa Ripagnola».

LA MEMORIA DEL COMUNE Il 28 dicembre nella cancelleria dell’ufficio gip è pervenuta la memoria del Comune a sostegno della posizione degli ambientalisti. Firmato dall’avvocato Giuseppe Macchione e dal sindaco Vito Carrieri, l’atto fa seguito alla delibera con la quale, a ottobre scorso, il Consiglio comunale di Polignano ha rimesso in discussione l’ok al progetto, chiedendo alla Regione di verificare la sua compatibilità con la legge istitutiva del Parco e preannunciando eventuali ricorsi. Nella memoria depositata nel procedimento penale, il Comune premette la sua impossibilità a rivolgersi al giudice amministrativo, perché tra gli atti a fondamento dell’autorizzazione al progetto ci sono quelli sottoscritti da un proprio dirigente. Dovrebbe cioè fare ricorso contro un proprio provvedimento. In sede penale, però, l’amministrazione si ritiene persona offesa e insiste perché le indagini vadano avanti. In particolare il Comune evidenzia che la relazione tecnica disposta dalla Procura (che ha portato poi alla richiesta di archiviazione) sia precedente alla conclusione della conferenza di servizi che ha confermato ad agosto 2022 l’autorizzazione del 2019, «nonostante l’esistenza di abusi edilizi e paesaggistici ancora presenti nell’area di intervento». Al progetto, inoltre, è stato applicato il cosiddetto «regime transitorio», cioè le vecchie norme meno restrittive rispetto ai limiti imposti dalla legge che nel 2020 ha istituito il Parco di Costa Ripagnola, perché le autorizzazioni erano precedenti. Secondo il Comune, però, il riesame dell’iter, che è passato anche dall’annullamento in autotutela del parere di conformità urbanistica comunale, avrebbe dovuto comportare un nuovo procedimento autorizzativo e quindi «soggiacere alla nuova sopraggiunta e più rigida normativa». Nella memoria si fa esplicito riferimento al «recupero»di «trulli, pagghjare, lamie, specchie e iazzi, tutti antichi manufatti in pietra a secco» nei quali, stando al progetto, verrebbero realizzati impianti, cambiando la destinazione d’uso da «agricola» a «turistica». Peraltro il Comune ricorda che l’ok confermato ad agosto aveva posto una serie di condizioni, «autorizzando i lavori prima ancora che si procedesse al doveroso ripristino dell’area». Sotto accusa, in questo caso, è quindi il Paur regionale, impugnato anche dinanzi al Tar da un’altra associazione ambientalista, «I gabbiani del Parco Costa Ripagnola».

LA DENUNCIA DELLA SOCIETA' È del 22 dicembre scorso la denuncia contro il Comune di Polignano presentata dalla Serim, tramite l’avvocato Giuseppe Modesti, a Procura, Corte dei Conti e Prefettura. La società, ripercorrendo le tappe di «una istruttoria durata decenni», evidenzia che il progetto ha ottenuto tutte le autorizzazioni e che quindi le più recenti iniziative di ambientalisti e «illustri esponenti del mondo politico» costituirebbero «una inspiegabile azione di boicottaggio». «I permessi rilasciati - evidenzia la società - non possono essere posti nel nulla solo perché l’intervento della Serim non è gradito alla nuova amministrazione», perché «quello che non è consentito né all’amministrazione comunale né a nessuno è poter essere al di sopra della legge e delle regole».

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