BARI - Forse anche per battere la paura dell’inflazione e degli effetti della guerra, nel menu del Cenone di Capodanno dei baresi in otto casi su dieci (84%) sono previste quest’anno le lenticchie chiamate a portar fortuna. A onor del vero la lenticchia, e quella IGP di Altamura prima fra tutte, è da sempre la vera «regina» della tavolata di San Silvestro, e non soltanto dei baresi.
Menzionata più volte persino nella Bibbia con il nome «adasah», nella Genesi si legge che Giacobbe ottenne l’importantissimo diritto di primogenitura da Esaù dandogli in cambio proprio un piatto di lenticchie. La grande popolarità della lenticchia di Altamura, ricca di fibre, vitamine e minerali, è legata alla sua larga diffusione, nonché al suo costo abbordabile, una caratteristica che le ha fatto assumere la denominazione di «carne dei poveri».
A partire dagli anni ‘30 e fino agli anni ‘70 le lenticchie di Altamura conquistarono i mercati internazionali - e l’esportazione di questo legume in Inghilterra, Germania, Stati Uniti, Canada e Australia ebbe una forte ripercussione nell’economia di Altamura che, da quel momento, divenne nota come la città delle tre «L», ovvero lino, lana, lenticchia. Intorno gli anni ‘70 la produzione di lenticchie conobbe una fase di declino dovuta a diversi fattori, oggi la riscoperta. Peraltro le lenticchie hanno un alto valore nutritivo, se si considera che 100 grammi di lenticchie corrispondono a 215 grammi di carne. Non è di poco conto che l’82% dei consumatori dichiara, anche per queste ragioni, di preferire prodotti italiani, ma anche per sostenere l’occupazione e l’economia nazionale in un momento difficile per il Paese. E allora, «per non cadere nell’inganno del falso Made in Italy – dice Coldiretti - è necessario privilegiare legumi che esplicitamente evidenziano l’origine nazionale in etichetta, come avviene per l’Igp».
IL CENONE - Oggi la produzione in Puglia di lenticchia è di circa 5.560 quintali e particolarmente ricercate sono, come detto, quelle di Altamura, con l’accoppiata vincente con cotechino e zampone consumati proprio a fine anno. Meno diffuso il chicco d’uva, comunque presente sul 61% dei cenoni (da un’indagine di Coldiretti). Ne vanno mangiati dodici, uno per ogni mese dell’anno. E di buon auspicio sono anche i melograni, simbolo di riparo e protezione dai problemi che il nuovo anno potrebbe portare. E sorprendentemente portano fortuna anche gli spaghetti, a patto però di cucinarli interi, senza spezzarli.
A far crescere la domanda di legumi con in testa lenticchie e fagioli è stata la svolta green nelle scelte di acquisto dei consumatori con la tendenza a mettere nel carrello cibi più salutari, ma anche a fare scorte di prodotti alimentari a lunga conservazione e la necessità di contenere i costi domestici con prodotti convenienti di alta qualità nutrizionale.
Archiviate le festività natalizie, i giorni che separano dal nuovo anno sono di nuovo una corsa agli acquisti, non più di regali ma di cibo e dolci (per il Cenone del 31, il pranzo del 1 gennaio e le calze della Befana).
IL CONCERTONE - E così i mercati cittadini tornano a riempirsi, mentre le strade e piazze si animano - per chi non è a fare la spesa - grazie alle iniziative culturali e di intrattenimento, soprattutto in centro. C’è fermento per il Concertone che, sul grande palco in corso di allestimento in piazza Libertà, davanti al palazzo comunale, saluterà il nuovo anno con le voci di Rkomi, La Rapprsentante di Lista e Boomdabash. Tutti i dettagli dell’evento organizzato da Comune e RadioNorba, saranno resi noti oggi, ma la città già respira aria di grande spettacolo, con la viabilità deviata ormai da due giorni e le limitazioni al traffico che ancora per quattro giorni inibiranno carreggiate e parcheggi nelle strade attorno alla piazza del concerto.
Le ordinanze Restano valide quelle adottate dal Comune per il Natale. Stop alla vendita e accensione dei botti sino alle ore 7 dell’1 gennaio e limitazioni agli aperitivi di fine anno. Nelle giornate del 30 e del 31 dicembre ritornerà in vigore l’ordinanza che vieta ai locali la vendita e la somministrazione di bevande in contenitori e bottiglie in vetro (regola valida anche per i distributori automatici) e l’allestimento di dj set all’aperto. I locali, come hanno già sperimentato senza particolari problemi alla vigilia di Natale, potranno intrattenere i clienti con musica dal vivo, concertini e spettacoli in «modalità acustica» senza l’ausilio di altoparlanti o altri dispositivi di diffusione. I trasgressori rischiano la chiusura dell’attività da uno a cinque giorni. Nelle prossime ore potrebbero aggiungersi altri provvedimenti per garantire la sicurezza del pubblico durante il concertone.