BARI - Sanità barese in lutto per la scomparsa del professor Lucio Armenio, quasi 83 anni, pilastro della facoltà di Medicina dell'Università di Bari, luminare di Pediatria e presidente della Società italiana di Allergologia pediatrica, di cui era considerato uno dei massimi esperti italiani. Colpito da una grave malattia negli ultimi mesi lascia moglie e tre figli.
La nota della nostra collaboratrice Emanuela Megli, nuora del medico defunto:
La morte di un uomo, padre e nonno oltre che di un professionista affermato.
Qualche ora fa ha concluso il suo percorso terreno Lucio Armenio, professore, luminare barese di pediatria, ma anche uomo, padre, nonno tenero e affettuoso. Per noi non solo un esempio di professionista affermato, ma di uomo, di persona che soprattutto negli anni della pensione si era dedicata totalmente alla famiglia con quelle caratteristiche di dolcezza, tatto e vicinanza affettiva, tipiche della paternità e della maternità. Sempre discreto anche se coinvolto nelle vicende e attento alle esigenze dei famigliari, aveva spesso una parola di conforto e sapeva instaurare rapporti umani e autentici con tutti. Con i nipoti affettuoso, comprensivo, capace di ascolto con una rara delicatezza e amorevolezza. Negli ultimi anni erano continui i nostri fruttuosi dialoghi sulla paternità e sul ruolo dei nonni nella famiglia, era aperto alle opinioni e ai punti di vista sull’educazione e aveva compiuto un approfondita rivisitazione del proprio stile educativo, interrogandosi in prima persona sul cambio del paradigma, dimostrando ancora una volta la sua apertura mentale e profondità.
Chi lo ricorda come maestro e come collega dice: “Ho un nitido ricordo di lui ai tempi dei miei studi universitari, lo ricordo come un uomo giusto, gentile e corretto con tutti, uno dei pochi che non incuteva timore ma trasmetteva accoglienza ed ascolto che sono la base non solo della nostra professione ma del nostro rimanere umani in una società diventata profondamente egoica ed inumana.Ha trasmesso queste doti alla sua famiglia, ai suoi figli, alle persone vicine a lui ed è tanta cosa. Lo ringraziano per quello che è stato e che ha costruito.
Da giusto ha completato il suo percorso terreno, dopo una terapia quasi conclusa, con costanza e determinazione, senza un lamento, che lo ha eccessivamente debilitato, fino alla sofferenza cardiaca che ne ha costituito il decesso, tra l’affetto dei figli e il supporto del figlio minore Andrea che lo ha dolcemente accompagnato al trapasso. È stato sereno e consapevole fino alla fine e continua a darci l’esempio di come guardare negli occhi la vita, dando il massimo, prendendo tutto ciò che ha da dare e poi congedandosi quando il viaggio è compiuto. Un uomo completo, amatissimo, stimato ed esempio per molti. Scrivono“un secondo padre” e - ci raccontano -contraddistinto da signorilità, gentilezza e umiltà. Molti lo ricorderanno continuando a farlo vivere nei propri cuori. Un uomo di altri tempi, un esempio di cui abbiamo tanto bisogno per ispirarci a veri modelli, in ogni aspetto della vita.