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«Che gioia festeggiare a Bari la vittoria della mia Argentina», parla una tifosa

 
Maria Grazia Rongo

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Maria Grazia Rongo

«Che gioia festeggiare a Bari la vittoria della mia Argentina», parla una tifosa

Nathalié Edith Ladner, trentaquattro anni, argentina, studia ingegneria gestionale al Politecnico, di sera lavora in una kebabberia, e domenica ha festeggiato la vittoria della nazionale di calcio del suo Paese

Martedì 20 Dicembre 2022, 07:00

Quando è arrivata a Bari, nel 2017, nei ristoranti chiedeva la bagna cauda e si meravigliava che le rispondessero: «Cosa?». A El Trébol, Santa Fe, in Argentina, dove è nata, c’è una grande comunità di italiani originari del Piemonte, precisamente di Cuneo, quindi sin da bambina Nathalié è stata abituata a vederli mangiare il piatto tipico piemontese e non riso patate e cozze o le orecchiette con le cime di rape. Per lei che ha scelto di vivere a Bari dopo un cambiamento radicale nella sua vita, tutto qui è stato una scoperta, che continua ogni giorno.

Nathalié Edith Ladner, trentaquattro anni, argentina, studia ingegneria gestionale al Politecnico, di sera lavora in una kebabberia, e domenica ha festeggiato la vittoria della nazionale di calcio del suo Paese ai Mondiali 2022 disputati in Qatar. «Ho visto la finale con un gruppo di amici argentini che vivono a Modugno, altri che vivono a Bari, in tutto dodici persone, nel posto dove lavoro, nei pressi della stazione centrale, che ci è stato gentilmente messo a disposizione dal mio datore. È stata una partita sofferta ma alla fine la felicità è stata davvero grande!»,racconta.

Natahlié come ha vissuto la finale definita la più bella di sempre?

«È stata davvero dura, ma alla fine bellissimo! Vedere alzare al cielo la coppa dal nostro capitano, Messi, è un’emozione che non dimenticherò mai. Tra l’altro, quando vivi queste cose lontano da casa, tutto si amplifica, diventa più emozionante. Questo ci dicevamo con gli altri amici argentini. Mentre guardavamo la partita abbiamo sorseggiato il “mate”, la nostra bevanda nazionale, quindi è stato come essere in famiglia...

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