BARI - Blitz anarchico anche a Bari ieri, con una scritta apparsa sul muro del sottovia di piazza Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi: la A cerchiata, simbolo del movimento, e accanto la frase «No 41 bis Cospito libero». Un episodio sul quale indagano gli agenti della Digos, esperti nelle indagini antiterrorismo, che hanno già avviato accertamenti per risalire agli autori. Stanno verificando l’eventuale presenza di telecamere che potrebbero aver immortalato il writer e già questa mattina chiederanno al Comune di disporre la rimozione della scritta.
La presenza di piccoli gruppi di anarchici nel capoluogo non è nuova. Solo qualche giorno fa protestavano, pacificamente, in una delle piazze centrali della città, esponendo uno striscione contro la norma penale contestata ad Alfredo Cospito, il primo anarchico sottoposto al regime carcerario più duro, riservato a mafiosi e terroristi, che da due mesi è in sciopero della fame nel carcere Bancali di Sassari per protesta contro l’aggravarsi delle sue condizioni detentive. E qualche settimana prima avevano organizzato una manifestazione con la stessa finalità, regolarmente autorizzata, attirando attivisti anche da altre città della Puglia, davanti al carcere del capoluogo.
Bari, con l’ultima scritta murale, è solo uno - il più pacifico - degli episodi che ieri, in diverse città d’Italia, hanno portato la firma degli anarchici, con cassonetti bruciati, vetrate e bancomat danneggiati e ricoperti di scritte contro il 41 bis . A Roma, tra lo storico quartiere di San Giovanni e il Tuscolano, sull’ingresso di almeno un istituto di credito è stata vergata nelle notte la A cerchiata. E anche lì la condanna del carcere duro è stata accompagnata da frasi in sostegno di Cospito. Qualche ora dopo, nella mattinata, a Bologna, in pieno centro, due giovani hanno occupato una gru e da lì hanno fatto pendere un lunghissimo striscione con su scritto «il 41bis uccide», «Alfredo libero, tutti liberi» e «Morte allo Stato». Sono riusciti a salire senza infrangere cancelli e lucchetti e lì vicino altri attivisti hanno dato vita a un sit-in con casse acustiche e manifesti.
Quelle di Roma, Bologna e infine Bari, non sono state azioni isolate, ma si inseriscono in una mobilitazione della galassia anarchica, cominciata nelle scorse settimane e che si sta via via intensificando. Sotto accusa anche «l’assordante silenzio» dicono, del Tribunale di sorveglianza di Roma, che nonostante il perdurare dello sciopero della fame da parte di Cospito, non si è sinora pronunciato sulla revoca del 41 bis, chiesta dal suo difensore. Su alcuni siti di area, nelle ultime ore, è comparsa anche la rivendicazione dell’attentato incendiario nella sede della Marr di Carasco (Genova) del 26 novembre. Un’altra sede della stessa azienda, a Taggia (Imperia), aveva già subito un incendio e anche in quel caso gli anarchici si erano attribuiti la responsabilità del gesto. Pure l’attentato a Susanna Schlein, ad Atene, è stato rivendicato dagli anarchici, stavolta greci, come atto di «solidarietà» con Cospito. Ritenuto l’ideologo della Fai (Federazione anarchica informale) e già condannato per l’attentato all’ad dell’Ansaldo di Genova Roberto Adinolfi, gambizzato nel 2012, Cospito è accusato di strage politica per due ordigni fatti esplodere nel 2006 nei pressi della caserma carabinieri di Fossano, che non fecero vittime, né feriti: rischia l’ergastolo. Il suo destino è nelle mani della Consulta a cui la Corte d’Assise d’Appello di Torino ha trasmesso gli atti, accogliendo un’eccezione della difesa e sospendendo il processo.