Domenica 07 Settembre 2025 | 05:56

Arpal Puglia, un nuovo “concorso beffa” premia i parenti dei politici

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Arpal, un nuovo concorso beffa premia i parenti dei politici il caso

Assunzioni a tempo inteterminato: tra gli idonei anche le figlie di consiglieri comunali di Bari e Lecce. A giudicarli il vicesegretario del partito di Cassano

Venerdì 02 Dicembre 2022, 06:18

15:59

BARI - Dei circa 1.700 candidati che lunedì si sono presentati alla Fiera di Foggia per il concorso da 18 posti a tempo indeterminato di istruttore amministrativo all’Arpal, l’agenzia regionale per il lavoro, soltanto 59 sono risultati idonei e ora - dopo l’esame dei titoli - si giocheranno l’assunzione. Ventidue di loro sono stati bravissimi: hanno risposto esattamente a tutti e 30 i quiz previsti, ma per passare bastavano 21 risposte giuste.

La graduatoria è pubblica. Ed è zeppa di quelle che, non essendo consentito fare illazioni, possono essere considerate solo coincidenze. A giocarsi un posto a tempo indeterminato ci saranno tante persone che militano o hanno militato in Puglia Popolare, la formazione politica dell’ex direttore generale Massimo Cassano di cui il dirigente del Personale dell’Arpal, Luigi Mazzei, è coordinatore provinciale a Lecce. O anche loro parenti.

Tra gli idonei con 30 figurano Annamaria Di Giorgio e Gaia Neviera, figlie rispettivamente di Giuseppe e Giuseppe, i due consiglieri comunali baresi che a marzo hanno aderito a Puglia Popolare e che già lavoravano in Arpal (con loro anche il fratello di Annamaria, che poi ha partecipato a un diverso concorso). Idoneo anche Michele Sciacovelli, figlio di Mimmo, ex consigliere comunale che fa parte della segreteria cittadina barese di Puglia Popolare, e Simona Vitucci, consigliere comunale a Modugno ed ex segretaria provinciale barese di Puglia Popolare (che in Arpal lavora all’ufficio concorsi), così come Mauro Battista, consigliere comunale di Triggiano, e Mariangela Tesoro, figlia di Franco, ex vicesindaco di Terlizzi. Tutti, come detto, già lavoravano in Arpal: grazie all’ottimo punteggio e alle regole contenute nel bando (dei 10 punti per i titoli, 5 sono assegnati all’anzianità di servizio) avranno ottime possibilità di vincere il concorso.
Lo stesso discorso vale per Alessandro Lapenna, avvocato, candidato presidente per il centrodestra nel 5° municipio di Bari nonché cugino della moglie del direttore generale Cassano, già interinale in Arpal, e per il collega consigliere municipale Michele Piscopo, entrambi a marzo passati con Puglia Popolare, già vincitori a settembre del concorso a tempo determinato. Tra gli idonei anche Alessandro D’Ambrogio, cugino di Cassano, pure lui già in Arpal come formatore. Tutti hanno superato lo scritto del concorso, con pieno merito.
Le coincidenze però non si fermano qui. Tra i vincitori con un punteggio un po’ più basso (28,75) c’è Gianmarco Pagliaro, 32 anni, figlio di Alfredo Pagliaro, ex presidente del Consiglio comunale di Lecce che alle ultime amministrative si è ricandidato con la lista di Cassano, è stato eletto, e si è dimesso per essere nominato dal sindaco presidente della Lupiae Servizi: alle Politiche di settembre Pagliaro senior si è poi candidato con Italia Viva, al Senato, proprio insieme a Cassano. Un bel 30 invece ha preso Michela Rotundo, figlia di Antonio, già deputato del centrosinistra e ora capogruppo del Pd nel consiglio comunale di Lecce.
I salentini idonei in graduatoria sono molti. Diversi sono di Calimera. Alcuni di loro, sempre per pura coincidenza, rilanciano su Facebook i post politici di Luigi Mazzei o di candidati di Italia Viva. Parecchi anche gli idonei residenti a Triggiano, compresa una giovane componente del direttivo di Sud al Centro (la lista di Sandro Cataldo, marito dell’assessore regionale Maurodinoia). Idoneo anche un candidato Pd alle ultime comunali di Bari nel Municipio 4.

Ma non è tutto. La commissione del concorso, nominata dall’ex direttore generale, è stata modificata il 21 ottobre, poco più di 15 giorni prima che una legge regionale sancisse la decadenza di Cassano. A presiederla c’era Sandra Zappatore, ex direttore generale di Arca Salento, che nel mondo politico di Lecce è considerata una fedelissima di Antonio Rotundo (un’altra figlia del consigliere Rotundo lavora proprio in Arca Salento). Tra i componenti della commissione c’era pure Adamo Fracasso, agronomo, ex assessore a Casarano, nonché vicecoordinatore provinciale di Puglia Popolare a Lecce: cioè il vice del coordinatore Luigi Mazzei che ieri, con un suo provvedimento dirigenziale, ha ufficializzato le graduatorie.

Mazzei è peraltro al centro di un’altra polemica. Ieri i consiglieri regionali Fabiano Amati e Ruggiero Mennea, tra i promotori della legge che ha portato alla decadenza di Cassano, hanno ricordato che «gli incarichi all’ex dg e di conseguenza all’attuale dirigente del personale dell’Arpal non erano conferibili, perché la legge vieta di auto-conferirsi o conferire incarichi direttivi in strutture deputate alla gestione del personale a soggetti che rivestono o hanno rivestito negli ultimi due anni cariche in partiti e movimenti politici e sindacali». È emerso che la nuova responsabile Anticorruzione di Arpal, Francesca Serpino, ha invitato Mazzei ad attestare l’inesistenza di motivi ostativi alla nomina a dirigente del personale, e che il segretario provinciale di Puglia Popolare non abbia provveduto.

Questa iniziativa spiega forse un’altra stranezza. Dieci giorni fa, una lettera mandata ai giornali ed asseritamente scritta da un ex dipendente Arpal ora transitato in Regione accusava la Serpino di aver commesso gravi irregolarità. Ieri l’ex dipendente in questione ha inviato ai giornali la copia della denuncia presentata ai Carabinieri in cui smentisce di aver mai scritto quella lettera. Altri veleni in questa storiaccia.

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