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Quattro baresi su dieci chiedono prestiti per smartphone costosi o vestiti alla moda

 
Flavio Campanella

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Flavio Campanella

Quattro baresi su dieci chiedono prestiti per smartphone costosi o vestiti alla moda

In crescita le richieste di credito, non solo per beni necessari

Martedì 11 Ottobre 2022, 13:18

BARI - L'inflazione galoppa (a ottobre si stima un +9% su base annua), il potere d’acquisto si riduce sempre più. Nel 2023 si prevede, dunque, una ulteriore riduzione dei consumi (i salari sono fermi, la crescita sarà prossima allo zero con ripercussioni occupazionali) e un ricorso ai prestiti soltanto per chi avrà ancora la capacità di ripagare il debito. Il 2022 è stato invece un anno nel quale le famiglie hanno affrontato gli aumenti, soprattutto dei costi energetici e dei beni alimentari, condizionati dalla volontà di lasciarsi alle spalle due anni di restrizioni da pandemia, anche a costo di erodere i risparmi. «In effetti - afferma Dario Durso, referente del Codacons di Bari - da una recentissima indagine da noi condotta è emerso un dato significativo, apparentemente in controtendenza rispetto alla situazione di crisi ormai cristallizzata, tra rincari inflattivi e carenze di risorse energetiche, ma anche rispetto all'attitudine ad economizzare manifestata da più del 50% delle persone intervistate, individuate fra gli iscritti all'associazione. I baresi hanno fortemente voluto tornare alla vita di relazione e agli acquisti, dopo due anni di sostanziale clausura, anche ricorrendo alla richiesta di crediti al consumo, aumentata del 10% rispetto al 2021 e del 30% se si confronta il dato con quello del biennio di pandemia».

Secondo le rilevazioni fatte a livello locale (attraverso i dati forniti dalle società finanziarie) e poi elaborate, i finanziamenti più richiesti negli ultimi sei mesi (l'età media dei richiedenti è 40 anni) sono stati per un importo medio di 11.000 euro, con una durata del piano di rientro che, mediamente, si è aggirata attorno ai 60 mesi. A sorprendere, però, sono le finalità delle richieste creditorie. Il 41% dei baresi si è indebitato (sovente ben oltre le possibilità) per gli acquisti voluttuari, per lo svago o per celebrare ricorrenze. «Si tratta - aggiunge Durso - di una percentuale assolutamente preponderante e, a tratti, anacronistica, che racconta di una doppia natura dei consumatori medi, da una parte spinti dagli impulsi consumistici e dall’altra condizionati dalla mancanza di risorse. È del 27%, invece, la percentuale dei baresi che hanno chiesto un finanziamento per comprare beni e servizi di prima necessità, fronteggiare i cari energetici o, ancora, rifinanziare debiti precedentemente contratti. Poi c’è un altro 17% che vi ha fatto ricorso per noleggiare i veicoli a lungo termine (in sensibile calo) o per acquistare l'auto, più usata che nuova, anche se il mercato ha registrato, già nel primo semestre 2022 un crollo drammatico delle vendite, in misura del 40% rispetto al 2021, complice l'assenza di incentivi statali. Infine, il 15% si è rivolto al credito per la ristrutturazione e l'arredamento dell’abitazione. Intanto, è in corso il nostro studio sugli effetti del rialzo dei tassi di interesse. L’aggravio è davvero consistente, soprattutto considerando la tendenza, già emersa dalle prime investigazioni, di contrarre mutui a lunga scadenza, normalmente a 30 anni».

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