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Tribunale di Bari, una montagna di atti ma pochi cancellieri

 
Flavio Campanella

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Flavio Campanella

toghe, avvocati

Nelle sezioni penali sono 16 a fronte di 33 magistrati

Venerdì 22 Luglio 2022, 13:27

BARI - Al Tribunale penale di Bari ci sono magistrati che gestiscono mille fascicoli all’anno. Ma non è che altri se la passino meglio. Se non sono un migliaio, sono 700 oppure 800. Non meraviglia dunque che negli ultimi anni i procedimenti giudiziari si siano allungati spesso a dismisura ingrossando i numeri relativi alle prescrizioni. Il giusto processo e la ragionevole durata sono garanzie ben scritte, ma mal applicate, visti i rallentamenti ormai ordinari, ridotti più a colpi di riforme (leggi adesso improcedibilità) che attraverso lo stanziamento di risorse adeguate per il potenziamento degli organici. La mole di lavoro è tale e gli adempimenti procedurali e burocratici così variegati (ci si è messo pure il Covid in un distretto già bersagliato dallo spezzatino delle sedi) che la velocità è una chimera sia prima sia dopo una sentenza, per la disperazione non soltanto dei togati, ma anche di chi li assiste a strettissimo contatto, a tal punto da costruire spesso un rapporto professionale di fiducia reciproca.

SALTI MORTALI - C’era una volta, quando esistevano anche le sedi distaccate, in cui ciascun togato poteva contare anche su tre cancellieri, la cui mansione è assistere il giudice, monocratico o collegiale, in tutti gli atti e le attività che devono essere documentate attraverso la redazione di un processo verbale. Poi le decentrate sono state cancellate per tagliare costi senza però riuscire nemmeno a razionalizzare l’attività nella sede centrale, a tal punto che per formazione del fascicolo, udienze e sentenze oggi gli uffici (dove anche gli assistenti giudiziari hanno un bel daffare con le loro competenze di tipo meramente pratico) si è costretti a fare i salti mortali. «Ci sono delle cancellerie del tribunale - afferma Dario Capozzi Orsini, segretario Fp Cgil Bari con delega alle Funzioni centrali - che sono costrette a sdoppiarsi. Hai voglia a parlare di tecnologia. C’è bisogno di iscrivere a ruolo le cause, formare i fascicoli d’ufficio, fare le comunicazioni e le notificazioni prescritte dalla legge o dal giudice, provvedere alla pubblicazione delle sentenze con tutti gli adempimenti connessi, come le trascrizioni. Ci saranno pure i pc adesso, ma sulle scrivanie restano quintali di carte da gestire».

PERSONALE - Ogni udienza ha non meno di 30-40 cause iscritte a ruolo, ma ci sono casi estremi. «Prima del Covid, per decisione del presidente del tribunale, i fascicoli da portare erano massimo 25, con l'emergenza 30, poi con l'allentamento delle restrizioni 40. Diversi magistrati però non rispettano tali limiti e ne portano 50 o 75, insomma come capita. Ma il personale continua a ridursi senza ricambi e attualmente ci sono appunto cancellieri che sono assegnati a due togati (e a volte anche a 3) con uffici che sono sotto organico per percentuali che ormai superano mediamente il 30%, destinate peraltro ad aumentare (in negativo)».
Nelle sezioni penali dibattimentali, ad esempio, ci sono 21 magistrati (16 togati e 5 onorari) a fronte di 12 cancellieri che possono andare in udienza. «Fino a poco tempo fa erano 16, ma in 2 sono in uscita entro fine mese (e altri due entro settembre - n.d.r.); inoltre, una unità è in smart working e un’altra è stata trasferita. In compenso è arrivato un solo sostituto dall’Ufficio del Giudice di Pace - aggiunge Capozzi Orsini - spostando semplicemente il problema e creando altre lacune. Purtroppo queste situazioni sono all’ordine del giorno anche altrove (al penale ci sono anche l’Ufficio gip-gup, il Riesame, la Corte d’Assise - n.d.r), pure alla Procura della Repubblica, al Giudice di pace, insomma in tutte le articolazione che rientrano nel Dog, il Dipartimento che sovrintende all'organizzazione e al funzionamento dei servizi relativi alla giustizia, alla gestione amministrativa del personale e dei mezzi e strumenti necessari, anche informatici. Fino a una decina di anni fa si poteva contare su un migliaio di lavoratori fra cancellieri e amministrativi. Ora sono circa 850, ma fra questi ci sono i 180 arrivati all’Ufficio per il processo grazie ai fondi del Pnrr stanziati per la riduzione degli arretrati. Hanno un contratto a tempo determinato. Poi cosa succederà?».

CONTRATTO Intanto, si cerca di riqualificare il personale inquadrato con mansioni ormai anacronistiche e che invece svolge mansioni per le quali non ha un riconoscimento nemmeno economico. «Nel nuovo contratto - spiega Domenico Ficco, segretario generale della Fp Cgil Puglia - si è provato a dare una svolta che però non è ancora operativa perché non può esserlo fino a quando il ministero non dirà quali sono le risorse a disposizione. Negli uffici ci sono figure, rientranti nella cosiddetta prima area, che andrebbero formate. Oggi, ad esempio, avere degli uscieri è inutile e quindi antieconomico. Del resto, se vai al tribunale trovi le guardie giurate. I documenti, poi, ormai si trasmettono per via elettronica. Quindi potrebbero dare una grossa mano potenziando la digitalizzazione. Ma anche nel passaggio da seconda a terza area, dove rientra la categoria dei cancellieri esperti, il contratto prevede innovazioni che potrebbero contribuire a ottimizzare l’organizzazione del personale. Però, ripeto: è necessaria una contrattazione integrativa che dipende dalle decisioni del ministero circa gli stanziamenti. L'unico modo però per far fronte davvero alla penuria di organico è bandire concorsi e reclutare nuovi dipendenti. Finora è stato fatto troppo poco. Il paradosso finale è che, con i tempi attuali della giustizia, per l’iscrizione nel casellario giudiziario di una sentenza irrevocabile possono passare anni. E chi magari è condannato risulta incensurato: ma non perché si attendono i tre gradi di giudizio, proprio a causa di un arretrato che per gli uffici è ingestibile».

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