BARI - Nel 2021 gli uffici giudiziari pugliesi e lucani hanno emesso 7.800 misure cautelari a carico di persone coinvolte nelle fasi preliminari di procedimenti penali. Il dato, che emerge dalla relazione annuale al Parlamento del ministero della Giustizia, è certamente rilevante a due giorni dai referendum: uno dei quali, appunto, propone di cancellare la possibilità di disporre una misura cautelare motivandola con il rischio di reiterazione del reato.
Le misure cautelari sono limitazioni della libertà personale che intervengono prima di una sentenza definitiva. L’arresto (in carcere o ai domiciliari) è quella più nota, ma ci sono anche divieti (di dimora, di espatrio, di avvicinamento), obblighi (di dimora, di allontanamento dalla casa familiare) e interdizioni temporanee che vengono disposte da un giudice sulla base di gravi indizi di colpevolezza e in presenza di una serie di esigenze previste dal codice. Uno dei referendum, appunto, vorrebbe eliminare dal novero delle esigenze quella di reiterazione del reato, lasciando soltanto il pericolo di inquinamento delle prove e il pericolo di fuga. Il pericolo di reiterazione è quello che - di norma - meglio si attaglia ad alcune fattispecie di reato: non solo quelle a carico dei colletti bianchi (il dirigente pubblico che prende una mazzetta), ma anche quelle a carico di trafficanti e spacciatori di droga.
I dati del ministero della Giustizia dicono che nel distretto di Corte di appello di Bari (che comprende pure i Tribunali di Foggia e Trani) lo scorso anno sono state disposte 4.445 misure cautelari cioè il 5,5% delle 81mila registrate in totale a livello nazionale: a Bari sono state disposte più misure cautelari che nel distretto di Palermo (3.800, di cui 915 in carcere). Il confronto numerico secco rischia però di essere fuorviante perché non tiene conto della popolazione e del numero di reati perseguiti. Nei 12 mesi dello scorso anno nel distretto di Bari sono state disposte 1.310 custodie cautelari in carcere e 1.394 ai domiciliari: una media di sette persone arrestate al giorno. Nel distretto di Bari ricadono circa 2,2 milioni di abitanti, cioè poco più di metà dei 4 milioni di pugliesi: negli altri due distretti (Lecce e Taranto) le custodie cautelari in carcere nello stesso periodo sono state 726 cui si sommano 966 persone poste ai domiciliari.
La relazione del ministero evidenzia che nel 2021, rispetto all’anno precedente, si è registrata una «diminuzione significativa del numero totale delle misure emesse, probabilmente dovuta agli effetti della pandemia», ma la custodia cautelare in carcere resta quella più gettonata (circa un terzo del totale).
La legge prevede un indennizzo per chi risulta aver ingiustamente subito una carcerazione, non solo cautelare. Lo scorso anno nel distretto di Bari non sono stati disposti nuovi risarcimenti per ingiusta detenzione che invece sono stati 11 a Lecce, 6 a Taranto e 4 a Potenza: in questo contesto, in particolare, l’illegittimità di una ordinanza di custodia cautelare è stata rilevata in tre casi a Lecce e in uno a Potenza. A Bari, tuttavia, sempre nel 2021 sono stati erogati 15 risarcimenti per ingiusta detenzione per un totale di 418.524 euro, mentre a Lecce 13 per 326.618 euro, a Taranto sette per 548.881 euro, a Potenza tre per 62.543 euro. A Bari c’era stato un vero e proprio record nel 2020, con 68 risarcimenti per ingiusta detenzione che sono costati 3.257.839 euro.