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Naufragio a Bari, Don Franco: «Una città che ancora sa fermarsi davanti al dolore»

 
Francesca Di Tommaso

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Francesca Di Tommaso

Naufragio a Bari, Don Franco: «Una città che ancora sa fermarsi davanti al dolore»

foto Donato Fasano

E «don Franco» Lanzolla, il «parroco della cattedrale di San Sabino» come lo ha definito lo stesso ammiraglio Vincenzo Leone, ha raggiunto i volontari della Stella Maris, nella Capitaneria del porto, una Caritas dei marittimi all'interno dell'area portuale

Giovedì 19 Maggio 2022, 16:42

Lo hanno chiamato, «Don Franco vieni qua, è affondata una nave, una tragedia, ci sono morti, ci sono i familiari dei marittimi dispersi, vieni a stare con noi!». E «don Franco» Lanzolla, il «parroco della cattedrale di San Sabino» come lo ha definito lo stesso ammiraglio Vincenzo Leone, ha raggiunto i volontari della Stella Maris, nella Capitaneria del porto, una Caritas dei marittimi all'interno dell'area portuale. «Si tratta di volontari della città Vecchia che si adoperano come una sorta di Welfare per marinari, marittimi, in divisa e non – spiega mons- Lanzolla – e mi hanno telefonato concitati per condividere la tragedia che li vedeva improvvisamente vicini ad un dolore questa volta diverso, il dolore per la morte di “colleghi”, e soprattutto il dolore dei familiari lì giunti, impietriti e travolti. Ecco, non era la mia presenza a dare valore aggiunto all'abbraccio dello Stella Maris – continua -; ma il rispetto del dolore nel silenzio e l'abbraccio che abbiamo potuto dare a mogli e figli, accorsi alla notizia del rimorchiatore affondato e dei familiari dispersi. accoglienza e partecipazione ad un'inaspettata tragedia».

«Quello che va riconosciuto, e lo dico con grande affetto da “cappellano” del Porto, è scoprire come questa città sappia ancora fermarsi davanti al dolore. A partire dal porto, non più arido luogo di scambio di merci ma di persone, con la sofferenza da condividere per alleggerirne, poco poco, l'indicibile peso».

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