Sono stati riconsegnati questa mattina in una solenne cerimonia nella Basilica di Bari i tesori e ori di San Nicola trafugati la notte tra il 21 e il 22 marzo scorsi. L’evangeliario con le tre sfere in argento, l’anello in oro e il medaglione contente la sacra manna sono tornati nella teca della statua del santo patrono, consegnati dalle mani dei poliziotti a quelle del rettore della Basilica padre Giovanni Distante. Ad assistere alla cerimonia c'era una folla di fedeli e curiosi che nel momento in cui i tesori sono stati estratti dalle auto della polizia nella piazza della Basilica hanno applaudito a lungo e poi, quando sono stati riposti nella teca all’interno della chiesa, hanno intonato la canzone in dialetto dedicata al santo di Myra.
La cerimonia si è svolta alla presenza del questore Giuseppe Bisogno, del procuratore Roberto Rossi con la pm Angela Morea che ha coordinato le indagini della Polizia, della prefetta Antonella Bellomo e del sindaco di Bari Antonio Decaro. I preziosi oggetti sacri erano stati ritrovati dagli agenti della Squadra Mobile e della Squadra Volanti nel primo pomeriggio del 26 marzo, nascosti all’interno di uno zaino coperto da terra ed erba selvatica, a ridosso del casolare dove si nascondeva il presunto ladro, un 48enne tunisino che è in carcere dal 23 marzo.
Le monete rubate dalle cassette delle offerte all’interno della Basilica di San Nicola a Bari nella notte in cui sono stati trafugati gli oggetti sacri dalla statua del santo, poi ritrovati e oggi restituiti, sarebbe state usate per giocare alle slot machine in una sala scommesse di Bari. Lo hanno accertato i poliziotti nell’ambito delle indagini sul furto sacrilego con scasso avvenuto nella notte tra il 21 e il 22 marzo, per il quale è in carcere dal 23 marzo il 48enne tunisino Farid Hanzouti. Quando l’uomo è stato rintracciato nascosto in un casolare nel quartiere Japigia, dopo poi sono stati ritrovati anche gli oggetti sacri di San Nicola, gli investigatori hanno analizzato i tabulati telefonici e le tracce digitali lasciate dietro di sé, ricostruendo il percorso fatto dal 48enne dopo il colpo in Basilica. Sono riusciti così ad accertare che questi, subito dopo il furto, avrebbe trascorso il resto della notte in una sala scommesse nel quartiere Madonnella, giocando alle slot machines con le monete trafugate poco prima dalle cassette delle offerte della Basilica. Con le offerte al Santo, l’uomo avrebbe vinto oltre 1600 euro, poi sequestrati nello stesso casolare. Inizialmente si era pensato che la somma fosse il guadagno della vendita degli oggetti rubati. Proseguono le indagini per accertare la motivazione del gesto e la presenza di eventuali complici.
MESSAGGIO DI PACE ARRIVI IN UCRAINA - «Sono contento che i simboli sacri di San Nicola siano tornati al loro posto. Non era tanto il loro valore economico ma quello simbolico. Attorno a San Nicola questa città ha costruito la propria identità, sui valori di pace, fratellanza e accoglienza. Oggi Bari è felice e ci auguriamo che sia un buon presagio che questa felicità arrivi in altre parti del mondo, soprattutto a quei popoli che stanno soffrendo e che come noi si ritrovano nei valori della pace, della fratellanza e dell’accoglienza, attraverso la confessione cattolica e quella ortodossa». Sono le parole del sindaco di Bari, Antonio Decaro, nella sua prima uscita pubblica dopo essersi negativizzato dal Covid, partecipando alla cerimonia di riconsegna nella Basilica di San Nicola degli oggetti sacri trafugati nella notte tra il 21 e il 22 marzo scorsi.
«San Nicola è il simbolo di Bari ma è il santo della pace punto di riferimento di tutto il mondo anche orientale - ha detto il procuratore Roberto Rossi - . In Russia e in Ucraina è venerato ed è punto di riferimento. Io spero che questo piccolo simbolo, il ripristino della legalità, diventi un segno perché anche in quei Paesi arrivi la pace, un segno di cambiamento in questo momento drammatico. Sono sicuro che San Nicola riuscirà a ispirare tutti quelli che stanno trattando lì per la pace».
«Come non commuoversi di fronte all’amore di una città per il suo santo patrono - ha detto padre Giovanni Distante, accogliendo nelle sue mani dai poliziotti gli oggetti sacri trafugati e oggi restituiti - . Abbiamo assistito sgomenti alla inaudita violazione della sacralità di questo luogo. Il rapporto con San Nicola è più di semplice devozione, è la storia di un amore per un santo venuto da oriente e che sa guardare a oriente sui sentieri dell’incontro, dell’accoglienza, della fraternità e della pace».
















