Intorno alle 4 di questa notte, ignoti si sono introdotti all’interno della Basilica di San Nicola a Bari rubando tutto quello che era nelle mani della statua del Santo: il libro con tre palle d’argento ed una croce in argento con alcune gemme; l'anello in oro con alcune pietre, una collana reliquiaria, nonché il contenuto delle cassette delle offerte, gli ori della pastorale e il Vangelo in oro massiccio. Il valore della refurtiva è di circa 7mila euro (e non 70mila come erroneamente riportato in precedenza). Le indagini sono a cura della squadra mobile.
I ladri (o molto più probabilmente un singolo ladro) avrebbero potuto portare via qualunque oggetto in oro: se fosse stato un furto organizzato, avrebbe portato via tutto l’oro dalla statua, invece a quanto sembra ha arraffato a caso, prendendo cose importanti ma non i gioielli più preziosi. In ogni caso aveva attrezzi da scasso perché ha divelto una grata. Così Padre Giovanni Distante, priore della Basilica: «Sono entrati di notte, è qualcosa che dispiace molto». Sarebbe già stato individuato il responsabile: gli investigatori avrebbero già le idee chiare sull’autore, si tratterebbe di una persona che ha agito da sola. Elementi decisivi per l’indagine arrivano dalle telecamere di sicurezza della Basilica che hanno inquadrato un uomo in mascherina e cappuccio. All’esterno si è già radunata una folla di cittadini di Bari Vecchia. La Basilica è stata chiusa, i gruppi di turisti organizzati sono stati costretti a tornare indietro.
(video Donato Fasano)
IL DISAPPUNTO DEL SINDACO - “La notizia del furto di parte degli oggetti sacri della statua di San Nicola in Basilica mi lascia sgomento. Un atto non solo sacrilego ma fortemente offensivo per la comunità di fedeli e devoti nicolaiani e per la città di Bari, che intorno al messaggio del suo Santo patrono ha costruito gran parte della sua identità - ha commentato il sindaco Antonio Decaro -. Aver sottratto i simboli più evocativi della vita e della missione del vescovo di Myra significa aver ferito profondamente la città. Spero che l'autore di questo gesto meschino e inqualificabile si ravveda immediatamente restituendo ai padri domenicani gli oggetti sacri. Perché non ci può essere nessuna giustificazione per chi compie un furto nel luogo che custodisce il simbolo e la storia di tutti noi”.
LE PAROLE DEL VESCOVO - A Roma, dove sono in riunione con il Consiglio Permanente della CEI, al lavoro su tematiche delicate quali la tragedia che si sta consumando in Ucraina, vengo informato dell’avvenuto furto sacrilego operato nella notte.
È triste e doloroso prendere atto che non c’è alcun limite all’oltraggio del sacro. In un contesto già faticoso, in cui la sacralità della vita viene abusata dalla guerra, anche un’immagine simbolica, quale la Basilica del Santo di Myra e la sua Icona più rappresentativa, realtà fortemente identitaria per la comunità barese, viene ferita dalla violenza di alcuni che sembrano aver smarrito qualunque senso del pudore verso l’uomo e del timore verso Dio. Quanto accaduto mi lascia fortemente preoccupato non tanto per gli oggetti e il denaro sottratti, ma per la mancanza di rispetto che si è consumata al cuore della fede dei baresi.
In questo tempo di quaresima, propizio per la conversione dei cuori, invito tutta la comunità cristiana a invocare la misericordia di Dio su chi ha commesso questo atto miserevole e auspico che chi ha operato nell’oscurità della notte possa ravvedersi e restituire quanto trafugato.
Avverto urgente, e non più rinviabile, un lavoro serio e sinergico sulla sfida educativa che vada a recuperare valori umani e religiosi fondamentali per la crescita di una società che sia realmente civile.
I PADRI DOMENICANI - Potrebbe aver avuto un complice il ladro che questa notte ha commesso un furto nella Basilica di San Nicola a Bari rubando alcuni oggetti dalla statua del patrono della città che «non ha subito danni eccessivi». Il furto sarebbe avvenuto dalle 3 alle 5.30, «come testimoniano le telecamere installate all’esterno e all’interno della Basilica», fanno sapere i padri domenicani. Le immagini hanno immortalato "un uomo dall’aspetto giovanile, aiutato molto probabilmente da un complice non visibile nelle telecamere», il quale «dopo aver divelto un inferriata addossata alla torre campanaria e sfondato la porta d’ingresso in Largo Abate Elia, si è furtivamente intromesso nel tempio nicolaiano con il preciso intento di svuotare le cassette delle offerte». «Nell’impossessarsi delle offerte contenute nella teca trasparente in piedi della statua del santo - ricostruiscono i padri domenicani - entrato in contatto con la statua del santo si è impadronito dell’anello alla mano destra, dell’evangeliario con le tre sfere sulla mano sinistra, e di un medaglione contenente una fiala della manna. Fortunatamente non è stata trafugata la croce pettorale dono dell’arcivescovo Mariano Magrassi». «In attesa di conoscere ulteriori sviluppi - prosegue la nota - informiamo i devoti e i pellegrini di San Nicola sparsi nel mondo che la statua del santo non ho subito eccessivi danni» e che «quanto prima sarà effettuato un intervento di restauro particolarmente alle mani del Santo».