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Inchiesta «Levante» a Bari: pm temevamo fughe di notizie, Chiusolo iscritto con nome in codice

 
Giovanni Longo

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Giovanni Longo

Inchiesta «Levante» a Bari: pm temevamo fughe di notizie, Chiusolo iscritto con nome in codice

L’obiettivo era quello di depistare chi era sospettato di avere effettuato accessi abusivi nel sistema informatico

Martedì 22 Febbraio 2022, 10:55

La Procura di Bari temeva fughe di notizie provenienti dal suo interno. Al punto che, quando ha iscritto nel registro degli indagati l’avvocato barese Massimo Chiusolo, lo ha fatto ignorando l’anagrafe, e utilizzando invece un nome in codice. Iscrizione top secret. L’obiettivo, con ogni probabilità, era depistare chi era sospettato di avere effettuato accessi abusivi nel sistema informatico spifferando su questa e su altre inchieste notizie coperte da segreto. Insomma, Massimo Chiusolo, a sua insaputa, aveva un alias. Il nome in codice era un fantomatico Angelo Romano.

Ciò che invece è reale, eccome, è lo stratagemma cui la magistratura inquirente barese ha dovuto fare ricorso per tutelare quanto più possibile l’inchiesta denominata «Levante» condotta dagli agenti della Dia e dai finanzieri del Gico, sfociata la scorsa settimana in 59 arresti. In tutto sono 86 gli indagati. Ipotizzati a vario titolo i reati di associazione per delinquere, aggravata dalla transnazionalità, finalizzata alle frodi fiscali, al riciclaggio e all’autoriciclaggio dei relativi proventi nonché al trasferimento fraudolento di valori, al «contrabbando» di prodotti energetici, alle estorsioni, al traffico di sostanze stupefacenti e alla detenzione illegale di armi.

Nel mirino degli investigatori sono finite anche intestazioni fittizie di beni da parte di un esponente di spicco del clan Parisi in favore di prestanome, mediante la collaborazione dei professionisti, tra i quali, appunto Chiusolo. Dalla voluminosa ordinanza emerge anche come i professionisti riuscissero a conoscere notizie su indagini che riguardavano loro clienti. Gli stessi avvocati Chiusolo e Fabio Mesto sarebbero riusciti a sapere anche che si indagava su di loro e che erano pronte anche misure cautelari nei loro confronti. L’interdizione è andata a buon fine. Il fantomatico Angelo Romano, l’alias di Chiusolo, può stare tranquillo.

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