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«Mio figlio bloccato a Malta: la beffa dell'Erasmus+»

 
Redazione online

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«Mio figlio bloccato a Malta: la beffa dell'Erasmus+»

Studenti in quarantena, il racconto di un genitore barese

Sabato 10 Luglio 2021, 14:58

Bari - «Non ci sono soltanto gli studenti bloccati a Malta dal covid di cui si parla sulla stampa». Qui di seguito lo sgofo di un genitore barese che ha inviato una lettera alla Gazzetta del Mezzogiorno.

«Mio figlio, partito il 19 aprile per uno stage di sei mesi nell’ambito del progetto europeo Erasmus+, in tre mesi è stato costretto a ben tre quarantene, bloccato in camera d’albergo come in un carcere prima per quattordici giorni raddoppiati a causa della positività riscontrata in due ragazze degli ottanta studenti del gruppo. E ieri nuovamente per altre due settimane, nuovamente causate dalla positività anche delle stesse ragazze. Nessuna comunicazione ufficiale, solo l’ordine perentorio giunto per telefono dall’agenzia Essenia di Salerno informata dalle autorità sanitarie maltesi. Una situazione aggravata dall’assenza dell’attività di stage scelta per cui aveva partecipato con entusiasmo al bando, che avrebbe dovuto permettergli un periodo di attività nel settore informatico e che invece lo ha fatto ritrovare aiuto commesso a guadagno zero in un negozio di abbigliamento».

Il ragazzo era ormai sul punto di tornare a casa, fortemente deluso dall’esito dello stage. «Avevamo concordato di partire domani domenica 11 luglio  per stare con lui una settimana e poi rientrare casa insieme - aggiunge il padre -. Abbiamo cancellato il volo, subendo anche la perdita economica. Ora è bloccato lì in albergo come l’intero gruppo, senza che un tampone abbia permesso di confermare l’esigenza di una così lunga quarantena e senza che gli sia arrivata una comunicazione ufficiale. Precaria anche la situazione alimentare, come nel primo periodo: costretto ad acquistare online qualcosa da mangiare senza poter utilizzare la cucina e con problemi di stomaco che si fanno sentire sempre più forti. Chiediamo aiuto alla stampa affinché il caso venga associato a quelli di cui già si parla ed un eventuale volo sanitario di rientro coinvolga anche nostro figlio e quanti, come lui, chiedono di poter rientrare a casa».

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