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Bari, «Il G20? Solo disagi e costi mai nessuno ci coinvolge»

 
Rita Schena

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Rita Schena

Bari, «Il G20? Solo disagi e costi mai nessuno ci coinvolge»

Centro blindato, l’ira dei ristoratori: «Nemmeno il tempo per organizzarci»

Venerdì 25 Giugno 2021, 12:46

Bari - «Disagi per il G20? Abbondanti. Movimento di stranieri e incassi? Praticamente zero». Gianni del Mastro è la voce di tanti ristoratori a Bari vecchia, questo G20 con le sue limitazioni per la sicurezza se le sta vivendo già tutte direttamente sulla pelle.

«Io Bari vecchia l'ho nel cuore. Ci vivo da 40 anni, ci lavoro. Da oggi c'è un gran fermento da parte di chi sta venendo a mettere a posto, sistemare, pulire e a farne le spese siamo noi. Senza alcun preavviso mi hanno detto che devo chiudere gli ombrelloni fuori dal mio locale, perché devono ridipingere i lampioni e soprattutto che devo togliere tutte le piante fuori da casa. Stiamo parlando di oltre 30 vasconi e anfore. Se ne vengono oggi per dare queste indicazioni, senza alcun preavviso e con tempi di risposta immediati. Non è una cosa che posso fare in questo modo con uno schiocco di dita. Devo chiamare un camion, sia perché tolgano gli ingombri, sia poi per farli rimettere. Io devo sopportare un costo per un qualcosa che in genere abbellisce un angolo di città, senza che mi sia previsto alcun rimborso. Capisco il G20 ma il problema è sempre lo stesso: organizzare eventi senza alcun coinvolgimento da parte di noi soggetti sul territorio. Alla fine ci precipitano in un qualcosa che per noi è solo un problema».

Del Mastro è una furia, un evento internazionale di questo calibro che in pratica cala dall'alto, sulla testa, senza che ci sia stato un minimo di coordinamento o preavviso.

«Quando si parla di democrazia partecipata si intende un minimo di pianificazione, di confronto. E invece come sempre niente. Stiamo solo vivendo tutte le limitazioni senza avere nulla in cambio. Capisco bene che una iniziativa del genere dia lustro a tutto un territorio, ma ripeto, avvisarci un po' prima? Io voglio essere coinvolto e nei giusti tempi. Magari da una discussione collettiva poteva emergere un’altra idea e organizzazione, magari no, ma almeno da sapere per tempo a cosa si va incontro».

E ad impensierire è anche l'immediato. Le chiusure che sono necessarie per rispettare i vincoli di sicurezza nella città vecchia bloccheranno le attività di ristorazione.

«Chi aveva in programma di venire nei nostri locali sicuramente cambierà idea, sapendo che l'accesso è interdetto persino ai pedoni. Già veniamo da 16 mesi di chiusure, tre giorni di mancato incasso fanno, e come fanno».

In compenso la città viene rimessa a nuovo. «Da questo punto di vista ci vorrebbe un G20 ogni anno – sottolinea Del Mastro sarcastico -. Ho avuto in piazza Mercantile di fronte al mio locale le transenne attorno ad una basola rotta per sei mesi, senza che nessuno desse risposta alle nostre sollecitazioni. Ora in due mattinate tutto viene messo a posto e ripulito. Ci si sente un po’ presi in giro e se vogliamo anche umiliati. È come se ci dicessero: “Scappelliamoci davanti al ministro tedesco, russo o americano. Invece quando voi, che vivete e lavorate, chiedete qualcosa, non vi rispondiamo neanche, perché tanto non valete niente”».

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