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«Io, paziente fragile ancora in attesa del vaccino»

 
G. Flavio Campanella

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G. Flavio Campanella

«Io, paziente  fragile ancora in attesa del vaccino»

Necessario un ambiente protetto, Policlinico e Asl Bari pronti ad accoglierlo

Mercoledì 09 Giugno 2021, 10:32

Bari - La campagna vaccinale è a un punto di svolta, ma ci sono ancora fragili in attesa della somministrazione. Mentre si procede con le iniezioni ai più giovani, Egidio De Meo, 54 anni, barese, aspetta ancora di essere convocato in ambiente protetto. Secondo le indicazioni della Regione, sono i medici di base a doversi occupare degli estremamente vulnerabili, ma per le patologie di cui il paziente è affetto (stomizzato, ha tra l’altro una neuropatia cronica) gli è stato consigliato di rivolgersi a un centro vaccinale. «Ormai da anni sono anche seguito dal Policlinico - racconta De Meo - ma non ho ricevuto alcuna chiamata per la vaccinazione (dall’azienda ospedaliero universitaria fanno sapere che il nominativo non è negli elenchi della rete delle patologie, i cui pazienti sono stati già chiamati per la profilassi - ndr). Quindi ho deciso di prenotare, recandomi il 31 maggio in Fiera. Il medico con cui ho compilato la scheda per il consenso informato ha ritenuto di non dover procedere con l’iniezione, anche perché sono pure un soggetto allergico ai medicinali. Mi ha riferito che avrebbe segnalato il caso e che mi avrebbero chiamato entro un paio di giorni fissandomi un appuntamento in un presidio ospedaliero».

 Le disposizioni della Asl prevedono la somministrazione in hub dedicati (tra cui Putignano e Altamura), ma le condizioni di De Meo, che dovrebbe spostarsi dal capoluogo, non gli consentono di raggiungerli agevolmente («in ogni caso - dice - non ho avuto alcuna convocazione e sono preoccupato per la mia salute»). Peraltro, le ansie di De Meo, in passato soccorritore del 118, sono giustificate anche dal fatto che ha già conosciuto quel virus insidioso chiamato Sars-Cov-2. «Mi sono ammalato a novembre - ricorda - è stato un periodo difficilissimo. Ho avuto una polmonite bilaterale con saturazione a 89-90. Di notte non riuscivo a dormire pur usando l’ossigeno. Sappiamo quanto possa essere letale il Covid per chi ha comorbidità come il sottoscritto. Fortunatamente ne sono uscito, negativizzandomi a gennaio».

Le indicazioni del Ministero della Salute prevedono, per chi abbia già contratto la malattia, una dose almeno tre mesi dopo la guarigione, in modo da potenziare la risposta anticorpale. Per De Meo il periodo è già trascorso. «Il medico mi ha detto quanto sia importante proteggersi con un’altra iniezione, anche perché eventuali trattamenti terapeutici, ad esempio col cortisone, potrebbero pregiudicare il dosaggio degli anticorpi. Mi ha anche ribadito il rischio di varianti che potrebbero eludere la protezione del vaccino. Purtroppo di questo virus sappiamo ancora poco. Per questo spero che qualcuno mi aiuti per potermi proteggere adeguatamente». Sia la Asl sia il Policlinico si sono detti disponibili a trovare una soluzione.

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