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Bari, la testimonianza: «Io, dentista, volontario per dare un contributo nei vaccini»

 
Giovanni Longo

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Giovanni Longo

Bari, la testimonianza: «Io, dentista, volontario per dare un contributo nei vaccini»

Mercoledì 14 Aprile 2021, 12:17

A Pasqua l'esordio nel PalaLivatino di Capurso. Sabato e domenica il bis, questa volta nell’hub della Fiera del Levante. Il dottor Roberto Luongo, 48 anni, laureato in Odontoiatria a Bari, specializzato in implantologia alla New York University dove è anche "visiting professor", è stato tra i primi dentisti baresi ad avere aderito su base volontaria e gratuita alla campagna vaccinale.

Dottor Luongo, cosa l’ha spinta a farsi avanti?
«Penso sia giusto dare un contributo per vaccinare più persone possibili, per la tutela della salute di tutti e per uscire quanto prima dalla pandemia che sta mettendo in crisi tutto il sistema socio-economico. E poi c’è anche un'altra ragione».

Quale?
«Come dentista sono molto fortunato. A parte il lockdown dell'anno scorso in cui anche noi abbiamo chiuso, da maggio gli studi professionali sono aperti. Certo, il calo del fatturato c’è stato, ma rispetto ad altre categorie che soffrono così tanto per la crisi, a noi è andata molto meglio. Quindi, mi sembrava il minimo fare la mia piccola parte a tutela della salute pubblica e per accelerare di conseguenza sulle riaperture. Così, ho dato la mia adesione su base volontaria prima di Pasqua grazie a un collega dell’associazione AndiamoinOrdine. Ho raccolto il loro appello rivolto a tutti i dentisti dopo l'apertura per la campagna vaccinale alla nostra professione e a quella dei farmacisti».

Lavoro in studio, volontariato vaccinando nei palazzetti dello sport o in Fiera. Una bella differenza, come sta andando?
«Non avevo esperienze specifiche, ma ci è stata data la possibilità di formarci con corsi fad online naturalmente incentrati in modo specifico e dettagliato sulle inoculazioni dell’antidoto al coronavirus. Potendo contare sulla base della mia cultura generale medica e sull’aiuto dei colleghi presenti quel giorno, mi sono reso subito conto di cosa c'era da fare in concreto».


Già, come funziona?
«Il mio primo compito è verificare da un punto di vista medico se i candidati sono idonei alla vaccinazione».

Si è imbattuto in qualche furbetto del vaccino?
«No perché non rientra tra le mie attività contestare se qualcuno ha diritto oppure no alla somministrazione. Non sta a me stabilire se ad esempio un caregiver veramente assiste un paziente fragile con tanto di legge 104 che lo attesta. Io devo guardare altro».

Cosa?
«Verificare se da un punto di vista anamnestico ci sono i requisiti per potere essere vaccinati e chiarire se ci sono controindicazioni a causa di allergie, patologie importanti, terapie in corso che potrebbero scatenare trombosi nel vaccinando».

Come valuta questa sua esperienza da un punto di vista umano?
«Bellissima e formativa. Purtroppo, tanta gente vive situazioni drammatiche. A volte a una condizione di partenza disagiata si aggiunge la paura per il virus e si è ancora più provati. Per questo vaccinarsi è per tanti un’àncora di salvezza».

Esattamente come siete organizzati?
«Siamo divisi in squadre di 2/3 persone in cui c’è almeno un medico o un odontoiatra da un lato e un infermiere dall'altro. Quest’ultimo è addetto alla preparazione e alla inoculazione del vaccino, al medico o al dentista è affidata la responsabilità dell’anamnesi, della verifica dei requisiti di idoneità al vaccino e della vigilanza su eventuali reazioni avverse dopo la somministrazione, con le attrezzature di pronto intervento a disposizione. Per fortuna non c’è stato alcun problema».

L'emozione più grande?
«La riconoscenza, i tanti “grazie per quello che fate” da parte di chi non vedeva l'ora di ricevere il vaccino, qualunque fosse».

Che vaccino avete somministrato?
«AstraZeneca».


Qualcuno ha rifiutato l’antidoto?
«Due persone, ma una l’ho convinta a vaccinarsi».

Come ha fatto?
«Dicendo semplicemente che su un piatto della bilancia c’è, solo per dare un numero e fare capire, poniamo una possibilità su cento di ammalarsi e finire in ospedale per il covid. Sull'altro il rischio effetti collaterali gravi come una trombosi è molto più remoto, poniamo come fare 13 al Totocalcio. Per questo, tra i benefici del vaccino ed eventuali reazioni avverse, vincono i primi. Inoltre, se non si accetta adesso, bisogna mettersi di nuovo in coda e aspettare con la possibilità di ritrovare AstraZeneca. Insomma, davvero inutile perdere tempo prezioso. Occorre vaccinarsi»

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