BARI - Lo stradario delle occupazioni abusive di case popolari accompagna la denuncia di una nuova impennata di casi: «Via Guglielmo Appulo a Iapigia, Via La Pira, via Caduti Partigiani, via Monti a San Paolo, via Granieri, via Daunia», il segretario regionale del sindacato inquilini Sunia-Cgil, Nicola Zambetti disegna, con le parole, la mappa di una emergenza. «Gli episodi sono diventati molto frequenti in questi mesi e nell'ultimo anno se ne sono registrati una cinquantina - spiega Zambetti - e le occupazioni riguardano alloggi di proprietà dell'Arca (L'Agenzia di gestione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, ndr) che non sono stati assegnati perché devono essere ristrutturati ma c'è ritardo nelle manutenzioni. E comunque una quota di questi episodi rimanda ad azioni non proprio ortodosse come l'occupazione dopo la rottura dei muri degli appartamenti».
Timori Il fenomeno preoccupa. «Non tutto è riconducibile alla criminalità- spiega Zambetti - ma anche l'occupazione per bisogno è illegale e non può essere tollerata perché penalizza chi ha maturato legalmente il diritto alla casa. Recentemente - aggiunge il segretario del Sunia - una persona agli arresti domiciliari che occupava un locale commerciale ha occupato l'appartamento del palazzo di fronte subito dopo la morte dell'assegnataria. Spesso le istituzioni reagiscono con lentezza di fronte al fenomeno perché si genera una sorta di "conflitto di competenze" su chi deve intervenire per effettuare lo sgombero. Da qui la necessità di un maggiore coordinamento e di un'applicazione ferrea delle leggi, che ci sono e possono rappresentare la soluzione».
Leggi Due testi normativi si occupano del problema «che va combattuto partendo dall'applicazione delle leggi» sottolinea ancora Zambetti citando due testi del 2014: la legge numero 80 e la legge regionale 10. «La prima, all'articolo 5 - ricorda il segretario regionale del Sunia - prevede l'interruzione di energia elettrica e gas alle famiglie che occupano abusivamente le case, ma l'articolo non viene applicato. Inoltre, la legge regionale consente al condominio di comunicare all'Arca e al Comune che è in corso un'occupazione abusiva o che nell'alloggio c'è una persona diversa dall'assegnatario. La situazione è complicata per la presenza della criminalità; ma oggi, rispetto al passato, ci sono questi strumenti, non si può pensare di tornare agli anni '90 quando non c'erano leggi efficaci».
Soluzioni Secondo il responsabile per la Puglia del sindacato inquilini Sunia Cgil, «procedendo a rilento le ristrutturazioni degli alloggi si favorisce l'occupazione abusiva di case popolari da parte di famiglie affiliate ad organizzazioni criminali. Serve, perciò, uno sforzo che tenda a aumentare in modo incisivo le azioni coordinate tra Arca, Comune, prefettura e forze dell'ordine, coinvolgendo le organizzazioni sociali. Poi - aggiunge Zambetti - bisogna accelerare sulle assegnazioni delle case popolari alle famiglie. A Bari esiste un patrimonio abitativo importante: 8 mila alloggi popolari dell'Arca e 3 mila del Comune. Le case non assegnate rappresentano una spesa viva per il Comune e per l'Arca: il primo deve all'Agenzia il fitto - se si tratta di un appartamento di proprietà dell'Ente che l'Amministrazione civica deve assegnare - e dovrà corrispondere anche il condominio; l'Agenzia, invece, dovrà comunque pagare la quota condominiale dei suoi appartamenti vuoti. Perciò accelerare sulle assegnazioni è ormai una priorità».