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Truffe su gel e mascherine, 7 indagati tra farmacisti e commercianti

 
Redazione online

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Truffe su gel e mascherine, 7 indagati tra farmacisti e commercianti

Accusati, a vario titolo, di frode nell’esercizio del commercio, manovre speculative sulle merci e truffa aggravata

Martedì 23 Febbraio 2021, 14:58

La Procura di Bari ha chiuso sette fascicoli d’indagine a carico di altrettanti farmacisti e commercianti del Barese, chiedendone il rinvio a giudizio per i reati, a vario titolo contestati, di frode nell’esercizio del commercio, manovre speculative sulle merci e truffa aggravata, per aver venduto, durante il lockdown di un anno fa, gel igienizzati o mascherine contraffatti o comunque privi di autorizzazioni sanitarie e, in alcuni casi, dispositivi di protezione individuali con rincari fino al 5.000%.

In particolare a tre titolari di altrettante farmacie ad Altamura e Bari, la Procura contesta di aver venduto, tra febbraio e aprile 2020, più di 3mila flaconi di gel igienizzanti che sull'etichetta non riportavano le autorizzazione alla commercializzazioni da parte del Ministero della Salute e della Commissione europea e, ad uno dei tre, anche di aver venduto mascherine pagate 22 centesimi al costo di 15 euro ciascuna. «Con l’aggravante - contesta la Procura - di aver profittato di circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare la pubblica e privata difesa, in considerazione delle necessità di protezione sanitaria nel tempo di emergenza epidemiologica». Un 37enne di Bitonto rischia invece il processo per aver acquistato e rivenduto tramite Facebook circa 150 mascherine a prezzi superiori a quello di mercato. Per tre titolari di attività commerciali con sede a Modugno, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per aver venduto, o comunque custodito nei loro negozi, migliaia di confezioni di gel igienizzante e di salviettine antibatteriche prive, sull'etichetta, delle dovute autorizzazioni sanitarie e quasi 100 mila mascherine con marchio contraffatto «con conseguente qualità, provenienza ed origine del prodotto stesso non conforme agli standard qualitativi e di sicurezza».

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