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L'innovazione
Antonella Fanizzi
23 Gennaio 2021
BARI - Un gioco in 3D con la Basilica di San Nicola o altri luoghi iconici: esistono già concorrenti blasonati che creano riproduzioni della Torre di Pisa o del Colosseo, ma ora tocca ai monumenti del capoluogo. La moda protagonista con due iniziative. Le scarpe artigianali che si possono scegliere, personalizzare e acquistare online: una piattaforma web guida il consumatore, che abbina colori, pattern e materiali, quindi acquista sul mercato dell’e-commerce un oggetto unico, espressione di artigianalità e innovazione. Poi la maglieria da passerella in cachemire o in fibre naturali che si affitta ma che non si compra, perché al massimo si riscatta: si usa e dopo si restituisce, affinché possa essere rigenerata e rivenduta nel circuito dell’usato. Uno spazio di co-working verde in un edificio abbandonato del quartiere Libertà: un incontro di saperi, con laboratori, orti urbani e un co-living naturale. I mobili da smontare e assemblare nuovamente, quasi come le costruzioni Lego, grazie a un particolare sistema di ancoraggio stampato in 3D: per schivare la concorrenza di multinazionali del mobile low cost, si scommette sulla serigrafia del legno, per personalizzare l’arredo, ma soprattutto sulla prototipazione di nuovi sistemi di ancoraggio realizzati con stampa tridimensionale.
Sono le «Idee che volano», i cinque progetti che hanno vinto il bando Yess promosso dalla Camera di commercio.
«Anche in tempi di pandemia - afferma Alessandro Ambrosi, presidente della Camera di Commercio di Bari - ci sono grandi opportunità di crescita se l’idea d’impresa è innovativa. Ci aspettavamo candidature soprattutto da aspiranti start upper, invece hanno risposto in massa persino le aziende costituite di recente. Il tessuto economico regionale ha ormai compreso perfettamente che senza conoscenza non si esce dalla crisi. Un bel segnale di cultura d’impresa».
Fra quanti sono riusciti a superare la selezione ci sono professionisti di lungo corso: qualcuno ha deciso di percorrere nuove strade, qualcun altro di marciare ancora più spedito e con maggiore determinazione lungo il percorso già intrapreso, qualcun altro di sperimentare e dare forma ai sogni nel cassetto.
Le cinque aziende appena nate saranno accompagnate per due mesi da manager e specialisti di finanza, marketing e comunicazione. È questa la logica del bando Yess, un concorso di idee per iniziative imprenditoriali innovative, lanciato dalla Camera di Commercio e finanziato sull’Interreg Greece-Italy 2014-20.
Ai vincitori non vanno premi in denaro, ma una full immersion gratuita con formazione e tutoraggio personalizzato che permetterà loro di affinare l’idea d’impresa, strutturarsi e attrarre investimenti.
La maglia in affitto - Automobili, monopattini, biciclette, attrezzatura da sci o da campeggio, vestiti di carnevale...La gamma di prodotti che si possono prendere in affitto è sterminata. Ma l’idea di poter noleggiare un maglione di cachemire appare addirittura stravagante. E invece no. Il progetto innovativo sta per imporsi nel mercato della moda di qualità. Antonio Campagna, esperto dell’industria del filato, ne parla con chiarezza e competenza: «La società Itex è una spin-off, una unità organizzativa, di un’azienda di maglieria. Itex farà il noleggio di maglie, sia da donna e sia da uomo, a medio e lungo termine su una piattaforma digitale. È un esempio di sharing economy, dell’economia della condivisione. La maglia che si prende in affitto è nuova perché mai indossata da altri: la novità assoluta è questa».
Sul portale sarà presente un catalogo online: si sceglie il prodotto da prendere a noleggio per 3, 6, 9 o 12 mesi. Il costo è un terzo del prezzo di cartellino. Al termine del noleggio il cliente potrà decidere se restituire il capo, in qualsiasi condizione si trovi, anche malridotto o bucato, oppure di riscattare la maglia: il prezzo del riscatto è più basso in maniera inversamente proporzionale rispetto ai mesi di utilizzo.
L’obiettivo finale è dunque quello di vendere, ma al tempo stesso di contribuire alla lotta allo spreco. Campagna è categorico: «Basta con la vendita spregiudicata di prodotti di abbigliamento usa e getta, basta con il fast fashion. Nel mondo i rifiuti tessili rappresentano la seconda causa di inquinamento delle acque e la terza per produzione di anidride carbonica. Diciamo basta anche allo sfruttamento della manodopera a basso costo nelle fabbriche senza dignità e senza diritti».
Una proposta, quindi, di shopping equo e solidale a sostegno dell’economia circolare che fa bene al pianeta.
«Ci rivolgiamo agli amici di Greta ma con la carta di credito - scherza l’imprenditore -. Il cachemire, la lana merinos non sono alla portata di tutti i portafogli. I nostri capi, però, a differenza di molti altri in commercio, provengono da una filiera certificata. I nostri clienti dovranno condividere l’importanza della lotta all’inquinamento, della tutela dell’ambiente, e dovranno avere il piacere di indossare maglie di pregevole fattura e qualità da poter restituire in qualsiasi momento. L'usato sarà rigenerato e rimesso sul mercato della seconda mano, all’interno dei negozi fisici che collaboreranno con noi».
Le scarpe da personalizzare una app per renderle uniche - Un configuratore 3D integrato con ogni prodotto affinché il cliente possa personalizzare comodamente e in autonomia i dettagli della sua calzatura fatta a mano e su ordinazione, rendendola esclusiva, dal colore della pelle e delle finiture agli accessori, lacci e suole. I più esigenti potranno richiedere le iniziali impresse sul tallone. Richiama il mito di Narciso il progetto messo in campo da Cristian Z, nome d’arte, un 50enne appassionato del bello ma con trent’anni di esperienza nel campo della stampa digitale.
«Bespoke shoes è un sogno, una scommessa - dice -. Lavoriamo sul desiderio di essere unici anche nel modo di vestire e nella scelta di abiti, calzature e accessori». Si parte con le scarpe comode, le sneaker, fatte su ordinazione e personalizzate, per approdare al mondo del golf con calzature e borsoni realizzati in pelle. «L’eleganza - sostiene l’imprenditore - è un’attitudine ed è voglia di travalicare le convenzioni. La scarpa su misura è sempre esistita, ma non la possibilità di scaricare una app, inquadrare il piede e visualizzare come calza il modello prescelto, da modificare con infinite varianti di colore e di dettagli».
Non c’è nessun negozio fisico, né un magazzino: le scarpe vengono prodotte nelle Marche ma i vari passaggi avvengono sul web, senza filtri né intermediari. «Stop alla produzione di massa - afferma Cristian Z - ma recupero del valore dell'artigianato con un'esperienza di acquisto moderna, impreziosita da materiali e fattura di alta qualità».
Il mercato da aggredire è quello americano per l’elevato numero di appassionati di golf. Dalla scelta del modello alla consegna trascorrono dalle tre alle cinque settimane. Conclude: «Immaginiamo i nostri clienti comodamente seduti su una poltrona, con una squadra di artigiani ai loro piedi. Vorremmo trasmettere l'artigianalità del nostro lavoro, e per questo non vogliamo definirci una bottega ma un atelier, dove si investe nella ricerca di materiali e finiture recuperati dalle antiche tradizioni dell'industria calzaturiera. Struzzo, coccodrillo, pitone, pelle scamosciata e pelle di vitello, combinate con processi manuali di patina e brunitura per far rafforzare il valore del made in Italy all’estero».
Un orto e una piazza urbana sul terrazzo di un palazzo - l punto di forza sarà il terrazzo: al termine degli interventi di recupero avrà l’identità di una piazza urbana a servizio pubblico, però di proprietà privata. Una piazza per lo scambio delle idee e delle competenze, arricchita da un piccolo orto didattico, dal verde ornamentale e da un’area per gli eventi, il tutto racchiuso in appena 100 metriquadri sul tetto di una palazzina del popoloso e multietnico quartiere Libertà.
C’è la lotta al consumo di suolo, c’è lo stop a nuove edificazioni (perché è possibile recuperare e valorizzare gli immobili disabitati e in stato di abbandono), c’è la riqualificazione con materiali naturali e il laboratorio di autocostruzione degli arredi (sia con i ragazzi fragili in formazione che abitano nel rione sia con i migranti) nel progetto pilota chiamato «Lo stabile» e proposto dalla cooperativa Lan architetture, una costola nata dall’associazione che porta lo stesso nome. «È l’evoluzione del percorso fin qui avviato - spiega l’architetto Francesco Poli -. La coop ha ambizioni lavorative ma è iscritta nel registro delle imprese sociali». I cinque i soci fra architetti, ingegneri, comunicatori e progettisti culturali, professionisti di età compresa fra i 30 e i 40 anni, hanno candidato il progetto al bando della Camera di commercio per trasformare l'idea in un incubatore d'impresa. I fondi, al momento, non ci sono: se non dovessero arrivare dal bando Puglia sociale In, la coop si attiverà per cercare altre forme di finanziamento.
Ma la palazzina costruita negli anni Trenta, in stato di abbandono da un decennio, sarà comunque riqualificata. I proprietari non hanno ceduto alle lusinghe delle imprese edili, pronte ad acquistare l’immobile in disuso per poi abbatterlo e farne appartamenti nuovi di zecca. Poli non esita a definirli proprietari illuminati: «Vogliamo prendere la palazzina in affitto per trasformarla in un condominio di pensatori. La nostra idea è piaciuta ai proprietari, affezionati a quello stabile che vuole essere un punto di riferimento per una comunità in evoluzione. Al piano terra ci sarà un laboratorio di falegnameria e di design aperto a chi vorrà acquisire abilità artigianali. Accanto uno spazio di coworking: nella logica dell’inclusione abbiamo l’ambizione di creare una comunità stanziale di professionisti di Bari, lasciando però la porta aperta e le postazioni libere a chi è di passaggio nella nostra città. Al primo piano ci sarà un appartamento in coliving: camere da letto con bagno e aree comuni come la cucina e il soggiorno». Un modo per dare la possibilità a chi lavora fino a notte o ai professionisti che vengono da fuori Bari di essere accolti in un ambiente dove si coltivano i talenti insieme agli ortaggi, ma questi ultimi nel giardino sul tetto.
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