BARI - La sfida è ormai prossima, il dossier già pronto. La città di Bari presenterà il 14 e il 15 gennaio alla giuria istituita presso il ministero per i Beni e le Attività culturali, il dossier preparato per presentare la propria candidatura a Capitale italiana della cultura per il 2022. Congelato il titolo del 2021 a causa della pandemia, la sfida si proietta in un futuro non troppo lontano con un obiettivo preciso: riuscire a convincere i giurati, che si riuniranno fra poco più di 15 giorni presso il Collegio Romano, della bontà di un progetto ispirato al «valore della città» e al «dinamismo culturale, turistico e industriale». La proclamazione è prevista il 18 gennaio.
dossier Scorrendo la documentazione del Comune, balza agli occhi, prima di tutto, la poderosa mobilitazione di intellettuali, istituzioni, Università, rappresentanze economiche e sociali, ordini professionali, associazioni e fondazioni culturali, partner tecnici e mediatici, scuole. Risorse fondamentali per il contributo e il sostegno al progetto dell’Amministrazione che punta così a un definitivo salto di qualità dopo 15 anni di lavoro sintetizzati proprio nella risposta alla prima domanda del dossier. Perché Bari? Perché «negli ultimi anni», insieme alla Puglia, «hanno registrato una significativa attenzione da parte degli osservatori nazionali e internazionali». Non a caso sono citati i risultati raggiunti dalla Puglia su prestigiose riviste come il National Geographic e dalla città, piazzatasi al quinto posto come migliore destinazione turistica europea da Lonely Planet (senza dimenticare il G7 finanziario e la visita di papa Francesco lo scorso febbraio.
Obiettivi Il programma «Bari2022» prevede circa 300 fra eventi, performance, mostre, laboratori e concerti distribuiti in ogni quartiere della città. La strategia appare ambiziosa e soprattutto al passo con la necessità, dettata recentemente dalla «lezione» della pandemia, di una larghissima inclusione urbana e sociale. Gli appuntamenti coinvolgeranno «l’intera cittadinanza, dal centro alle periferie». Dodici i luoghi scelti: i teatri Margherita, Petruzzelli, Piccinni e il Kuursal Santa Lucia; il castello normanno-svevo, l’edificio della Città Metropolitana, i musei Nicolaiano e di Santa Scolastica; il palazzo delle Poste, lo Spazio Murat, il fortino di Sant’Antonio, la Fiera del Levante.
«tre miracoli» «Traguardo, transito, opportunità». Sbagliato pensare, secondo la strategia dell’Amministrazione Decaro, a Bari capitale della cultura solo per un anno. L’idea, l’obiettivo, è radicare questo crisma e lasciarlo in dote alle generazioni future. Ecco perché, nel dossier si parla di «tre miracoli» da realizzare: «La candidatura del culto nicolaiano come patrimonio transnazionale immateriale Unesco, promossa dalla Fondazione di partecipazione creata per «Bari2022»; la Fiera del Libro che si terrà annualmente dal 2022 a Bari, in Fiera del Levante, nei mesi autunnali; il completamento della più grande biblioteca pubblica del Sud Italia presso l’ex compendio della Caserma Rossani. Come dicevamo, Bari pensa in prospettiva a una «sostenibilità culturale di lungo periodo» che è sfida nella sfida aperta e ormai prossima: diventare a gennaio Capitale italiana della cultura per il prossimo anno.
segno La città, come in tutti gli snodi decisivi della sua storia, si affida alla protezione del suo santo, San Nicola. Nel cui segno, addirittura si presenta a questa sfida. Il dossier lo spiega chiaramente: «Il Comune di Bari ha individuato nella ricchezza semantica, culturale e valoriale della storia di San Nicola, il motivo di ispirazione del suo programma culturale di “Bari2022” che intende declinare attraverso sei archetipi (mitemi, i temi della narrazione del mito, ndr) dell’universo nicolaiano: il sacro, la luce, il mare, il dialogo, il femminile». Perché San Nicola, protezione a parte? Perché, sottolinea il dossier del Comune: «Il rapporto di identificazione tra il santo e Bari è millenario, è profondo, ha segnato il destino urbanistico e architettonico della città, il suo rapporto con il mare, con le culture dei paesi dell’area adriatico-mediterranea».
San Nicola, insomma, esercita sui baresi un’influenza non solo religiosa, ma sociale, antropologica, artistica, culturale appunto. Ora i cittadini si aspettano da lui un nuovo miracolo: Bari Capitale italiana della cultura nel 2022.
Taranto Capitale Italiana della Cultura 2022, da oggi online la pagina per sostenere la candidatura - Taranto è un luogo da vivere e far conoscere a tutti e per questo vogliamo promuovere, anche sui social, le bellezze e le potenzialità del nostro territorio e contribuire ad accrescere la fierezza di appartenere a questa città. È online da oggi la pagina Facebook ufficiale @tarantocapitale2022, a sostegno della candidatura di Taranto e Grecìa Salentina a Capitale Italiana della Cultura 2022. Sarà uno spazio digitale in cui conoscere meglio gli assi portanti del dossier, condividere immagini, suoni, parole che descrivono chi siamo, che raccontano il nostro patrimonio, che emozionano. L'obiettivo è ammirare Taranto con occhi diversi e costruire un nuovo futuro, un nuovo clima. A poche settimane dalla proclamazione del Mibact chiediamo ai cittadini di sostenere il programma, di diventarne ambasciatori e contribuire al racconto attraverso l'uso degli hashtag ufficiali #taranto2022 e #laculturacambiailclima.