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«Lasciate a Ruvo i reperti antichi del Museo Jatta»

 
paolo m. pinto

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paolo m. pinto

«Lasciate a Ruvo i reperti antichi del Museo Jatta»

I lavori nel palazzo e l’ipotesi di una mostra al Castello di Bari. L’assessore: promozione del territorio

Sabato 14 Novembre 2020, 15:15

BARI - L’identità di Ruvo di Puglia è fortemente legata alla storia della famiglia Jatta e al ruolo di una donna leggendaria come la signora Giulia Vesti, moglie di Giulio Jatta, che diede una sede al museo a Ruvo di Puglia.
Prima di allora, il grande patrimonio archeologico di Ruvo di Puglia era pressoché sconosciuto. Per le vicende legate alla pandemia in corso, il museo è oggi chiuso al pubblico perché le sue caratteristiche strutturali non consentono la sanificazione in sicurezza. Da circa due anni, inoltre, il Polo Museale ha disposto lavori di ristrutturazione che saranno particolarmente importanti e permetteranno un nuovo allestimento del Museo. Si temono ritardi, rallentamenti e attese per una collezione straordinaria, una testimonianza archeologica importantissima per tutto il Sud.

Da qualche tempo si discute della possibilità di esporre alcune opere del museo Jatta in una mostra temporanea nel Castello Svevo di Bari. Sarebbe una buona occasione per riaprire gli occhi su queste straordinarie rarità, anche se la preoccupazione della famiglia Jatta, come dell’intera collettività ruvese, è che, una volta spostata quella collezione preziosa, di altissimo valore archeologico, non torni più a Ruvo di Puglia e che la città perda definitivamente l’attrattiva per la quale è conosciuta nel mondo.

Il dibattito si è fatto politico. Tanto che sarà tra i punti all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale. Il tema è quello di cercare in ogni modo di rendere al più presto fruibili i tesori della collezione Jatta. «Abbiamo più volte chiesto all’amministrazione di rendere fruibili alcune delle opere più importanti. Cittadini e turisti anche quest’estate hanno trovato chiuso il luogo di cultura per eccellenza della nostra città. Il pericolo è che quella collezione non torni più a Ruvo di Puglia e che ci si ritrovi in qualche museo di chissà dove ad ammirare uno dei vasi della collezione Jatta con la dicitura “Ruvo di Puglia”», dice l’avv. Mariatiziana Rutigliani, presidente dell’associazione culturale «RuvoLab», nonché consigliera comunale di Forza Italia.

L’argomento sta a cuore all’amministrazione e all’assessora Monica Filograno: «Avremmo voluto certo che i lavori fossero già partiti e anche finiti: i nostri primi sopralluoghi all’ex Convento dei Domenicani risalgono a più di due anni fa, come anche la messa a disposizione da parte nostra di tutto il piano inferiore dell'immobile per ospitare allora una mostra temporanea in occasione della chiusura del Museo Jatta, che doveva essere ben antecedente all'esplosione della pandemia. Sappiamo che è cosa preziosa e importante e ci prodighiamo quotidianamente in molte direzioni».
Sulla mostra nel Castello Normanno Svevo di Bari, l'assessora Filograno chiarisce: «Si tratta di un’ipotesi informale. Se ci fossero due mostre, quella a Ruvo con il pezzo più noto della collezione Jatta e con un apparato di corredo altrettanto prestigioso – oltre ad una serie di conferenze, incontri, iniziative che per ora abbiamo dovuto mettere nel cassetto per ovvie ragioni – e quella a Bari in una sede molto turistica, sarebbe una buona occasione di promozione».

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