BARI - Sciacalli post Covid. I pirati del web sono tornati e stanno dando l’assalto alle imprese, soprattutto quelle medio piccole. Ecco la testimonianza di una vittima barese, che ha il suo laboratorio nella zona Stanic. «Nella posta elettronica trovo una email che non lascia presagire nulla di buono . Leggo “È stata presentata una citazione a carico della Sua società in merito a una fattura non dichiarata”. Penso: sarà uno scherzo, poi la apro e comincio a preoccuparmi. “Agenzia delle Entrate - Divisione Indagini”. Il mittente è di quelli che ti mettono in agitazione. Proseguo nella lettura “È stata presentata una citazione a carico della Sua società in merito a una fattura non dichiarata. Un rappresentante dell’Agenzia delle entrate la contatterà entro i prossimi tre giorni lavorativi al fine di fissare un incontro e la modalità per procedere”. Male, malissimo, poi comincio a rimuginare, ma di quale fattura potrebbe trattarsi. Il messaggio va avanti ed io continua a leggere “La citazione è stata presentata da una società con sede a Roma, in merito ad una fattura emessa e pagata nel mese di novembre 2019. Abbiamo preso anche in considerazione l’eventualità per cui potrebbe trattarsi di una citazione falsa o errata, tuttavia, allo stesso tempo abbiamo l’obbligo di avviare delle indagini”. Bene, dicono che potrebbe essersi trattato di un errore, vuol dire che sono in buona fede. Poi l’esca “Clicca qui su maggiori informazioni sulla società che ha presentato la citazione”.»
«Questo - spiega il piccolo imprenditore alla Gazzetta - il contenuto della comunicazione che a fine settembre ha raggiunto me e credo altri amici. Ho chiamato il mio commercialista che per fortuna mi ha spiegato che altri clienti allarmati lo avevano contattato ma di stare tranquillo perché si tratta di una truffa>.
La email, spiegano gli specialisti dello Sportello per la sicurezza degli utenti sul web del Commissariato di pubblica sicurezza on-line non provengono dall’Agenzia delle Entrate, ma costituiscono il tentativo di installare un malware (programma informatico di disturbo) sui dispositivi dei destinatari anche allo scopo di acquisire successivamente informazioni riservate.
«L’email – puntualizza la Polizia Postale - è particolarmente grave in quanto, per avvalorare la notizia , utilizza il logo e l’home page dell’Agenzia delle entrate al fine di confondere le idee sulla veridicità e sulla provenienza della richiesta. Si invitano tutti gli utenti a consultare le notizie sui siti di origine, diffidando da email, messaggi o news che non siano direttamente verificabili»..
Anche l’Inps è una delle vittime predilette dagli imbroglioni on-line. Una pioggia di comunicazioni con intestazione «Istituto nazionale di previdenza sociale» ha raggiunto in queste settimane infatti un numero imprecisato di baresi «La informiamo che nel periodo dal 1/9/2019 al 31/12/2019 – si legge nella comunicazione taroccata – sono state trovate delle divergenze nel pagamento dei vostri contributi previdenziali. Puoi esaminare i dati colti nel suddetto periodo e scaricare il modulo precompilato per il rimborso nell’archivio collegato alla presente email…». La motivazione è falsa, l’obiettivo è sempre lo stesso: sottrarre dati sensibili. Il posto lockdown ha scatenato i maghi della truffa ed ora sta scattando la «zona rossa» delle bufale delle fake news e delle truffe on-line. Sono tentativi di mettere le mani nelle tasche della gente puntando sulla paura di perdere i propri risparmi, sulla speranza di trovare un posto di lavoro, di ricevere un aiuto, un rimborso. Viene definita «la frode del phishing» ossia una raggiro informatico effettuato inviando una email con il logo contraffatto di un istituto di credito o di una società di commercio elettronico, di una azienda importante in cui si invita il destinatario a fornire dati riservati (numero di carta di credito, password di accesso al servizio di home banking, ecc.), motivando tale richiesta con ragioni di ordine tecnico. A mettere in guardia gli utenti dei social sono tornati i cyber detective del Compartimento di Bari della Polizia postale e delle comunicazioni attenti ad intercettare gli attacchi alla buona fede dei baresi in stato di bisogno. È il caso di coloro che hanno dato credito agli sms apparentemente inviati dalla grande catena specializzata in elettronica MediaWorld. Il messaggio, creato per carpire informazioni personali e dati di carte di credito o di accesso a servizi on line invita a controllare un «presunto trasferimento in sospeso sull’account».
Ovviamente Mediaword non c’entra nulla anzi anche lei è una vittima di questo sistema perverso. Si tratta di un falso. Anche i giganti dell’e-commerce devono fare i conti con questi pirati. Negli ultimi giorni infatti numerosi utenti hanno ricevuto il seguente sms: «Secondo Avviso: (nome utente), Abbiamo cercato di contattarti per il tuo regalo di Amazon-Prime, Per richiederlo segui questo link: http:/….. (nome link) " ». Cliccando sul link si viene indirizzati su una finta pagina di Amazon, dove l’interlocutore viene invitato a rispondere a delle semplici domande personali, al termine delle quali è richiesto il pagamento, tramite carta di credito, di una somma irrisoria per avere un costoso iPhone. Ovviamente viene sottratto l’importo ma il cellulare non sarà mai spedito.
La ricerca del posto di lavoro è una delle priorità per centinaia e centinaia di baresi che setacciano internet nella speranza di intercettare l’imbeccata giusta. Alcuni hanno creduto di averla trovata quando si sono imbattuti in avvisi di aziende italiane che operano nel settore energetico tra cui #Terna, #a2a, #Edison ed #Erg. Una trappola. Gli autori dell’inganno sfruttando l’immagine delle aziende, hanno simulato la ricerca di personale specializzato impiegando nominativi di soggetti realmente esistenti nel settore della selezione e reclutamento di personale. Per rendere più credibile la truffa hanno creato gruppi fake su canali telegram per l'effettuazione di falsi colloqui di lavoro a seguito dei quali veniva richiesto il pagamento di una somma di denaro. Il consiglio della Polizia Postale in tutti i casi appena citati, molti dei quali sono ancora in corso, è di non dare seguito a sms o email sospette e di non cliccare sui link allegati. Nel dubbio è sempre meglio cercare conferme sul sito ufficiale delle società titolari dei marchi citati digitando l’indirizzo direttamente dal proprio browser. Dati alla mano nel solo 2019 il Compartimento Polizia postale e delle comunicazioni della Puglia ha denunciato in stato di libertà per reati inerenti e-commerce e truffe on-line 297 tra ciarlatani e imbroglioni.