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Seggi elettorali a Bari, mancano i presidenti

 
NINNI PERCHIAZZI

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NINNI PERCHIAZZI

Seggi elettorali a Bari, mancano i presidenti

Palazzo di Città infatti ha già avviato le operazioni di sostituzione dei rinunciatari invitando i cittadini in possesso dei requisiti (iscritti agli specifici elenchi) di dare la propria disponibilità

Lunedì 14 Settembre 2020, 14:35

BARI - Appuntamento con le elezioni regionali, ad una settimana dall’apertura delle sezioni i voto mancano all’appello la metà dei 345 presidenti di seggio. Palazzo di Città infatti ha già avviato le operazioni di sostituzione dei rinunciatari invitando i cittadini in possesso dei requisiti (iscritti agli specifici elenchi) di dare la propria disponibilità.

Già entro i primi giorni della settimana dovrebbe trovarsi la soluzione per ben 100 supplenti dei 170 mancanti, mentre per quanto riguarda i seggi «covid» - si tratta di una postazione fissa e di tre cosiddetti volanti - l’amministrazione comunale ha già scritto alla Protezione civile ai fini dell’attivazione dei volontari. Infatti per queste specifiche postazioni di voto legate all’emergenza Coronavirus, a quanto pare hanno rinunciato sia i presidenti sia gli scrutatori. Nello specifico, i responsabili di tali seggi, si recano a casa delle persone costrette al cosiddetto isolamento fiduciario frutto del contatto con persone potenzialmente infette.

«Stiamo provvedendo a risolvere il problema ma non si tratta di un fenomeno nuovo - spiega il capo di gabinetto del sindaco Vito Leccese -, infatti in occasione delle altre tornate elettorali la rinuncia fisiologica alle presidenze dei seggi si aggira attorno al 40%, per cui in questo caso abbiamo un sovrappiù solo del 10%, che, come detto, stiamo provvedendo a tamponare».
I presidenti di seggio percepiscono 180 euro, lgi scrutatori 120, invece per gli addetti ai seggi Covid l’indennità è maggiorata del 50%, per due giorni di lavoro. «Capisco che la gente valuti i pro e i contro, soprattutto con i rischi legati alla situazione attuale», commenta ancora Leccese, che non teme però situazioni estreme. «La mancata copertura dei seggi è un’ipotesi che non si è mai verificata», spiega. In caso di emergenza si potrebbe attingere in minima parte al personale comunale, in quanto già impegnato in diversi e preziosi servizi, dal collegamento tra gli uffici, alla raccolta di dati fino al servizio di sicurezza.
Per l’appuntamento elettorale 2020, oltre al tema della sicurezza, sarà molto importante garantire l’aspetto sanitario della due giorni di voto, in ossequio alle rigide regole emanate dal ministero dell’Interno, che compendiano il necessario distanziamento, la sanificazione dei luoghi e ll’uso delle mascherine. Per recarsi al voto bisognerà quindi osservare poche ma ben precise regole. Il concetto è che meno passaggi di mano e contatti ci sono, meglio è. Per cui, ad esempio, dopo aver esercitato il proprio diritto di voto nella cabina elettorale sarà compito dell’elettore deporre personalmente la scheda nell’urna. Così all’ingresso del seggio saranno disposti dei distributori automatici di disinfettante, elettori, presidenti e scrutatori dovranno necessariamente indossare la mascherina e dovrà essere evitato ogni rischio di affollamento. Insomma, tra paure, divieti ed obblighi, è iniziato il conto alla rovescia per le elezioni regionali. Con lo spettro dell’astensione sullo sfondo.

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