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Bari, precari Asl ancora col fiato sospeso

 
Marina Dimattia

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Marina Dimattia

Bari, precari Asl ancora col fiato sospeso

Fisioterapisti e logopedisti in attesa: allo scadere dell’anno o fuori o dentro

Giovedì 27 Agosto 2020, 14:17

BARI - Tempo quasi scaduto per i precari della Asl. La paura è che nonostante i sacrifici degli ultimi mesi, quando scoccherà la mezzanotte del 31 dicembre, le porte delle strutture sanitarie pubbliche in cui attualmente prestano servizio, saranno «murate» lasciandoli fuori, dopo la proroga di sei mesi già concessa lo scorso maggio. Non conosce ferie, né agosto quella cinquantina di fisioterapisti e logopedisti precari della Asl, che sta provando a sensibilizzare il governatore Michele Emiliano e il direttore del Dipartimento Salute Vito Montanaro, per il tramite delle organizzazioni sindacali, attraverso note e istanze, affinché anche per loro si prospetti l’agognata stabilizzazione.

«Le scriviamo in merito alla nostra situazione di precari a termine in Asl chiamati da una procedura concorsuale di avviso pubblico- hanno precisato in uno degli ultimi documenti letto al presidente della Regione in videoconferenza - Attualmente stiamo lavorando in varie zone Asl più o meno colpite dall’emergenza Covid, cercando di aiutare i pazienti che necessitano di cure urgenti». Del resto la stabilizzazione di cui chiedono ha interessato tutti gli altri colleghi delle stesse graduatorie, lasciando fuori giusta quella cinquantina di professionisti che ora reclama un trattamento identico, se non fosse per un ostacolo: la mancata maturazione dei 36 mesi di lavoro come previsto dalla Legge Madia.

«Abbiamo dovuto fare delle scelte- continua la nota- lasciare il contratto con il privato, chiudere partita iva… e ci siamo messi al lavoro, tanto lavoro perché siamo entrati per una carenza di personale adoperandoci immediatamente. L’emergenza che ha reso il nostro lavoro più faticoso e rischioso merita da parte Sua un atto di generosità e gratitudine. Non ci costringa a lasciare la nostra amata regione e trasferirci altrove dove le possibilità sono più generose... potremmo essere suoi fratelli o figli e non vorremmo lasciare la nostra Puglia». A snocciolare le ragioni dei professionisti è Francesco Longo, segretario regionale Uil FPL che da tempo sta seguendo la vicenda.

«Premetto che la questione ha pertinenza nazionale e quindi ministeriale, ma nonostante tutto non ci siamo certo sottratti in questi mesi dal condividerla sia con la Regione che con il ministro Speranza- spiega- Il Covid ha visto l’incremento di questo precari, considerato anche che molti dei pazienti risultati positivi hanno riscontrato una sorta di paralisi di alcune funzioni legate alla parola e al movimento, migliorabili proprio attraverso attività fisioterapiche e logopediche. Forse si può partire da questa necessità e utilità per sanare la situazione dei precari. A chi sarà il nuovo Presidente o assessore alla sanità chiederemo di verificare come affrontare il post Covid sotto l’aspetto della riabilitazione psicomotoria dei pazienti. Su questo, caso mai, costruire qualcosa che possa dare supporto a chi ha lavorato da precario durante l’emergenza, pur non avendo i requisiti della stabilizzazione».

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