BARI - Disorientati. Preoccupati. Confusi e infelici. Genitori, docenti, alunni. La macchina della scuola sta per mettersi in moto e non si ha nemmeno la certezza fondata che avvenga in presenza oppure si debba ritornare ad insegnare, e imparare, attraverso uno schermo, schiavi della diabolica connessione.
Le mamme e i papà dell’anno scolastico 2020-2021 sono assillati da domande, di non poco conto, alle quali solo linee guida nazionali univoche e chiare potranno dare risposte. E invece. «L’impressione è che il corpo docente, ma anche i ragazzi, siano oggetto di sperimentazione - commenta Patrizia Sollecito, insegnante di lettere alla scuola media “N. Zingarelli”- . Nessun piano preciso, niente che possa ritenersi valido su tutto il territorio nazionale. Ancora - continua - : per garantire il distanziamento in aula si era parlato di creare sottogruppi di lavoro. E invece nessun numero è stato ancora fissato per i gruppi classe». I professori si preoccupano di contenere la corporeità dei ragazzi, chiusi in casa per mesi. I genitori si angosciano per l’ansia dei contagi, per l’organizzazione pratica degli ingressi a lezione, scaglionati per evitare assembramenti. «E come si scopre se un ragazzo è positivo? Si torna tutti a casa?» si chiede Patrizia Caretta, mamma di una dodicenne. Tra i punti già fissati c’è la mancanza di termoscanner all’ingresso a scuola. La temperatura la misurano a casa i genitori; oltre i 37,5 niente scuola. Rimane il dubbio di quanti positivi comportano il lockdown dell’intero istituto: un solo positivo fa andare a casa l’intera classe, quelle attigue o tutta la scuola? I dubbi di tipo sanitario si spera vengano fugati oggi, quando si riunisce il Comitato tecnico scientifico del ministero della Salute. E le mascherine? «Da quanto scritto nel vademecum dell’Anp, l’Associazione nazionale dei presidi, sembrerebbe che la distanza di sicurezza potrebbe momentaneamente essere abolita a vantaggio del solo uso delle mascherine». Ma tutto nebuloso, tutto vago. I banchi? Monouso e con rotelle: dai primi di settembre saranno consegnati in tutta Italia in base a priorità sanitarie e scolastiche. La distribuzione finirà a fine ottobre. Quando la scuola sarà cominciata da un mese. I dirigenti? Sommersi da responsabilità. «Le attività di ogni tipo sono state riaperte da mesi. I ragazzi hanno trascorso l’estate tra locali e vacanze all’aperto. Però se accade qualcosa a scuola in relazione al Covid la responsabilità sarà del preside».
È l’amaro commento di Alba Decataldo, dirigente scolastico. E i varchi di ingresso e di uscita da scuola? «Ho due ragazzine, di età diversa nello stesso istituto -. Commenta Melinda - se l’ingresso deve essere scaglionato, dove aspetta, nell’attesa, una delle due mie figlie?». Certo, la soluzione sarebbe attivare tutti gli accessi possibili all’istituto, per ovviare ai turni di ingresso. Ma questo comporta assunzione di nuovo personale. Previsto dal ministero ma chissà se in maniera sufficiente.