Bari - Resta totale il caos al Poliambulatorio Asl in via Caduti di via Fani. Nonostante da circa un mese sia stato contingentato il flusso di pazienti e regolato anche il sistema di accesso e uscita, la ressa resta immutata. Basta fermarsi sui marciapiedi vicino agli ingressi e respirare la rabbia o la stanchezza degli utenti. E le liti, inevitabili, tra chi tenta di aggirare la fila o entrare, nonostante la presenza della guardia giurata - che disciplina gli ingressi in via Melo - e gli impiegati che cercano di far scudo alla porta di via Caduti di via Fani.
Nei giorni scorsi. due donne, probabilmente intolleranti alle regole, o esasperate dai tempi di attesa, nel tentativo di bypassare la coda ed entrare da una porta di servizio sono cadute, rendendo necessario l'intervento di soccorsi e forze dell'ordine. Un paio di giorni fa, si è sentita male una donna incinta. La situazione è incandescente, specie da quando i punti di riferimento di altri quartieri, come il poliambulatorio di Carrassi, sono stati chiusi e tutti su riversano in stazione. È da circa un mese che il
Comune ha preteso un migliore servizio al poliambulatorio, preso letteralmente d'assalto da quanti avevano prenotato una visita prima dell'epidemia e sono stati costretti a rinviarla causa Covid.
Al momento si effettuano solo le visite classificate come «Urgenti», tutte le altre sono state sospese, ma con tutta l'utenza dirottata, la pressione è inevitabilmente cresciuta.
Per cercare di rispettare le norme sul distanziamento è stata aperta una porta di ingresso su via Melo (regolata da una guardia giurata), mentre l'uscita degli utenti dovrebbe essere su via Caduti di via Fani.
Ma la realtà quotidiana è un po' più complicata con i dipendenti spesso messi in mezzo al fuoco incrociato degli utenti. Persone anziane, con acciacchi, costrette ad aspettare sul marciapiede, magari al sole, che non sanno delle nuove regole. I nervi è facile che saltino e a pagarne le conseguenze i dipendenti.
Non pochi utenti, ad esempio sanno che da un mese si accede da via Melo, quindi continuano a bussare all'ingresso di via Caduti di via Fani. «Ho prenotato una visita». Un signore anziano tenta di entrare. «No, è tutto sospeso. Se non è stato chiamato, non può entrare», risponde una impiegata. «Come non posso entrare». «Si, mi spiace, entrano solo le visite urgenti e le persone convocate». «Ma il mio esame è urgente». «Non è lei a doverlo stabilire, deve essere scritto dal suo medico sulla prenotazione. Vede? Qui ci deve essere segnata una “U” e invece non c’è». «Ma qui c'è scritto che mi dovevo presentare oggi, nessuno mi ha detto che non dovevo venire». «Mi spiace, ma abbiamo delle disposizioni. Deve fare una nuova prenotazione». «Allora entro per chiedere informazioni». «Non si può è chiuso. Deve prenotare per telefono». Scenette del genere si susseguono anche più volte nella stessa giornata, mettendo a dura prova la pazienza di quanti lavorano.
«Devo andare all'ufficio protesi» spiega una signora agitando alcuni fogli in mano. «Deve mandare una mail a questo indirizzo», risponde l’impiegata con una pazienza che al confronto Giobbe sarebbe una testa calda. «La mail? Ma io non so come si fa». Interviene un signore: «Dite di chiamare il numero verde, ma sono due giorni che provo e nessuno risponde». Mentre i tre discutono, una signora esce e dalla porta socchiusa e un anziano cerca di intrufolarsi. «Fermo. Dove va. Si entra da via Melo qui è tutto chiuso».
La situazione si riscalda, volano parole grosse, le risse si sfiorano praticamente ogni giorno e quando si discute il capannello di persone cresce quasi per generazione spontanea. «Per favore rispettate la fila»... «È un casino. Qui è sempre un casino», dice un signore lapidario mentre passa in motorino. I presenti annuiscono, gli impiegati abbassano lo sguardo.
Interviene Lacarra «Di fronte all’ennesimo spiacevole episodio avvenuto in via Martiri di via Fani, ho ritenuto di contattare il direttore generale dell’Asl affinché la situazione possa essere risolta quanto prima. Il dg mi ha informato di aver preso personalmente visione della situazione e di essere già al lavoro per acquisire nuovi spazi in Via Federico Vecchio. È assolutamente necessario risolvere questa annosa questione, che crea disagi ai cittadini, esponendoli a qualunque genere di intemperia, e molto spesso genera incomprensioni e problemi più gravi»: così il segretario regionale del Pd, on. Marco Lacarra che annuncia un suo sopralluogo «per verificare in prima persona la situazione e le contromisure che la Direzione ha inteso adottare già nei prossimi giorni».