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Bari, la sfida delle nuove aree pedonali: «Avanti ma senza improvvisare»

 
marco seclì

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marco seclì

Bari, «Prima i servizi poi le isole pedonali»

foto Luca Turi

L’architetto De Marco: «Anzitutto parcheggi e navette»

Mercoledì 10 Giugno 2020, 10:30

Bari - Idea ambiziosa, ma complicata. E che, per questa ragione, non può prescindere da una serie di interventi preliminari alla sua concreta realizzazione.

Marina De Marco interviene nel dibattito acceso dalla proposta di trasformare il quartiere murattiano in una grande area pedonale e commerciale.

L’architetto barese, premette, non può che essere favorevole alle istanze sulla «città del futuro» sottoscritte dall’Università di Bari, da Confesercenti e dall’associazione Murattiano.

Allo stesso tempo, però, fissa dei precisi paletti, memore delle esperienze del passato. Perché Marina De Marco è una delle «madrine» della pedonalizzazione di via Sparano. È stata una dei progettisti del gruppo di architetti (con Guendalina Salimei, Francesca Contuzzi, e Giancarlo Fantilli) che nel 2007 si aggiudicò il concorso internazionale per la progettazione di quella che nelle intenzioni avrebbe dovuto essere una «strada-museo». Chi più di lei può avere presenti gli ostacoli che hanno poi comportato il ridimensionamento del progetto originario e tempi lunghissimi nella sua completa realizzazione?

Eppure da lì, suggerisce la professionista, si potrebbe ripartire per allargare il cerchio.

«All’epoca vari gruppi, eravamo circa una sessantina, che parteciparono alla prima fase del concorso di idee nella quale era richiesta una visione complessiva del Murattiano - ricorda l’architetto De Marco - considerarono la parziale pedonalizzazione. La nuova via Sparano, per esempio, incrocia due fasce trasversali: la prima, caratterizzata dalla presenza dell’Ateneo e della manifattura dei tabacchi, in prospettiva potrebbe qualificarsi come fascia attrezzata per il Campus universitario centrale (cultura, ricerca, residenza); la seconda, caratterizzata dalla presenza di piazza Garibaldi, il Municipio, la Prefettura, la Sala Murat, il Teatro Piccinni, che si presterebbe a consolidare un ruolo di “asse civico-amministrativo”. Il Comune potrebbe rilanciare il concorso di idee sulla pedonalizzazione dell’area tenendo presenti le necessità dell’Università, dei residenti, dei commercianti e degli altri “city user”. Ma se facciamo come per via Sparano, i tempi saranno biblici».

Come è possibile velocizzare l’iter?
«Con un progetto che non si può improvvisare, perché a livello urbanistico comporta variazioni notevoli e necessita di una serie di infrastrutture che devono precedere la pedonalizzazione, per renderla più agevole».

Quali?
«Ad esempio, la presenza di parcheggi per i residenti nella macroarea. Ma occorre anche pensare a mezzi di trasporto veloci e adeguati a percorrerla, navette al servizio dei cittadini, specie di quelli più anziani. Bisogna tenere presente che la chiusura della zona ai veicoli comporterà per le strade limitrofe un notevole aggravio in termini di traffico».

I fautori della proposta ritengono la pandemia un’opportunità per accelerare il percorso verso la Bari del futuro. Concorda?
«In verità, a Bari siamo abituati a lavorare sempre in emergenza ma non possiamo improvvisare progetti sotto la spinta di avvenimenti casuali anche se drammatici. Da noi qualsiasi innovazione crea problemi. Basti pensare a quanto è stato contrastato il progetto per via Sparano. Chi non si dichiarava contro era una mosca bianca: oggi, invece, noto che è stato apprezzato».

Oggi anche Confesercenti è schierata a favore dell’isola pedonale nell’intero Murattiano. È una svolta?
«In passato i commercianti sono stati sempre in opposizione rispetto a ipotesi di chiusura delle strade al traffico. Probabilmente, hanno verificato che la pedonalizzazione di via Sparano e di via Argiro non li ha danneggiati, anzi hanno forse incrementato il volume di affari. L’esperienza però mi dice che gli ostacoli non mancherebbero anche nel realizzare l’idea relativa al Murattiano, che resta apprezzabile. Ecco perché, prima di ogni passo, bisogna identificare le aree da pedonalizzare e dotarle dei servizi necessari. Non dimentico i bracci di ferro dei commercianti con il Comune sul nostro progetto e i tanti problemi sorti durante i lavori, sebbene l’impresa che li ha eseguiti si sia sforzata di limitarli al minimo».

Alla fine però il compromesso è stato trovato, sia pure al ribasso rispetto al vostro piano originario. La nuova via Sparano è diventata realtà. Cosa pensa quando la attraversa?
«Posso vedere il progetto finalmente realizzato. Un progetto realizzato diventa dei cittadini».

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