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Massimiliano Scagliarini
02 Giugno 2020
BARI - La positività al tampone era stata accertata sabato nell’ambito di una diversa indagine epidemiologica. Ma da allora un 21enne bengalese, aveva fatto perdere le proprie tracce: domenica il Dipartimento di prevenzione della Asl di Bari non è riuscito a rintracciarlo nell’abitazione dichiarata, un seminterrato al quartiere Libertà. Ci hanno pensato ieri a tempo di record i Baschi verdi della Guardia di Finanza guidati dal colonnello Massimo Battaglino: il ragazzo indiano, immigrato regolare, era al lavoro nella cucina di un sushi in viale Einaudi, a Bari, dove fa il lavapiatti. Rischiando di contagiare colleghi di lavoro e clienti.
Per questo l’uomo è stato denunciato per la violazione degli obblighi di quarantena. L’indagine della Procura di Bari, con il pm Marcello Quercia, dovrà ora accertare i contorni della vicenda, partita dopo la segnalazione della Asl. La nutrita comunità bengalese è composta da persone che fanno mestieri umili, e che spesso lavorano in abitazioni private come collaboratori familiari. Non si può escludere che il 21enne si sia contagiato proprio in questo modo. Nel seminterrato del quartiere Libertà, peraltro, vivono tutte insieme una decina di persone, con il serio rischio di un focolaio. Il Dipartimento di prevenzione della Asl di Bari, guidato dal dottor Domenico Lagravinese, è riuscito a rintracciare tutti i contatti stretti sottoponendoli a tampone. Finora sono 9 quelli risultati positivi, mentre si attende l’esito dei tamponi fatti sui dipendenti del ristorante (sono stati esclusi contatti con i clienti). I tamponi sul personale (in totale 11) sono risultati tutti negativi tranne uno che è in attesa di referto. Per il ristorante giapponese invece è stata decretata la chiusura.
È probabile che il 21enne, asintomatico, abbia deciso di non mettersi in isolamento per non perdere il lavoro. Di fronte al rischio che facesse scoppiare una epidemia, i militari del comando provinciale della Finanza guidato dal generale Roberto Pennoni lo hanno rintracciato con una indagine lampo e lo hanno riportato a casa: è qui che dovrà rimanere, sotto lo stretto controllo della Asl, fino a quando il tampone non risulterà negativo. Poi dovrà anche rispondere alla giustizia.
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