BARI - Proprio mentre gli europeisti nostrani stappano champagne per il piano di aiuti lanciato dalla Commissione, c’è chi oggi a Roma, ma anche a Catania e Cagliari, scende in piazza contro Bruxelles. L’obiettivo non ha mediazioni: uscire dal caravanserraglio continentale per riprendersi la sovranità monetaria.
La manifestazione ha un nome evocativo «Il Risveglio» e, a guidarla, c’è un pugliese, l’avvocato dauno Michele Farina, creatore e ispiratore del gruppo Facebook «Stop Europa». Proprio quella della pagina è una vicenda che, meglio di tante altre, ci racconta cosa sia la politica al tempo della rivoluzione digitale, ma anche di quella pandemia che, causa «distanziamento» forzato, ha incoronato i social motori unici dell’aggregazione collettiva. «È nato tutto dopo le dichiarazioni imprudenti e anti-italiane di Christine Lagarde, presidente della Bce - racconta Farina -. Era il 13 marzo. Il giorno dopo ho creato su Facebook il gruppo Stop Europa. L’ho sentito come un dovere morale».
A quel punto la storia cambia passo: il gruppo raggiunge in appena due mesi un milione di sostenitori e inizia a diventare un catalizzatore per i contributi di economisti, esperti e giuristi. La proposta acquista densità e, come spesso capita, comincia a dar fastidio a qualcuno. Soprattutto dopo l’annuncio della manifestazione odierna. Il 18 maggio, infatti, «Stop Europa» è vittima di un attacco informatico, perpetrato proprio attraverso l’account dell’amministratore Farina. Un caso balzato agli onori delle cronache nazionali con tanto di pista anarchica a suggerire come ormai lo scontro politico nel Terzo Millennio sia roba da pirati del web più che da compilatori di striscioni e katanga. «Abbiamo denunciato anche Facebook» spiega Farina che, però, ha il pensiero rivolto integralmente alla manifestazione odierna, falcidiata dai Dpcm governativi: «Confidavamo nella possibilità di movimento fra Regioni già da fine mese. E invece nulla, tutto rimandato al 3 giugno. Chissà, forse avremo dato fastidio al premier Conte». In ogni caso, la manifestazione, che accoglierà anche altri movimenti, è stata autorizzata per 4-500 persone. «Niente bandiere di partito - conclude Farina - solo tricolori e magliette verdi, bianche e rosse. Siamo qui per l’Italia e la sua sovranità».