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Bari, nuove isole pedonali: c’è il sì dell’Università

 
Marco Seclì

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Marco Seclì

Nuove isole pedonali, c’è il sì dell’Università

Il rettore Bronzini: «Coniugare vivibilità e commercio»

Martedì 12 Maggio 2020, 11:21

Di necessità virtù. L’emergenza legata al coronavirus diventa un’occasione per ripensare gli spazi urbani, accelerando processi già avviati. E anche l’Università di Bari apre le porte alle proposte che auspicano la realizzazione di nuove aree pedonali.
Un’esigenza che per molti piccoli imprenditori si lega alla sopravvivenza stessa dei loro locali, che oggi più che mai hanno bisogno di spazi all’aperto per garantire le distanze di sicurezza. La sede dell’Ateneo «Aldo Moro» può essere l’epicentro di ulteriori aree a traffico limitato, che coniughino l’esigenza di una città sempre più vivibile con la salvaguardia del tessuto economico-sociale.

 «Bari è una città universitaria - sottolinea il rettore Stefano Bronzini - e garantire a studenti e docenti zone che ne confermino la vocazione è uno sforzo che va nella giusta direzione. Le aree limitrofe alla nostra sede, nel cuore della città, si prestano in modo naturale alla pedonalizzazione». Il rettore ricorda i frutti dell’esperienza della chiusura al traffico di via Roberto da Bari. «I benefici sotto gli occhi di tutti, la valorizzazione dell’area nel corso degli anni è stata evidente». Non a caso, il rettore crede che si possa insistere su questa strada, anche perché ha rilevato la sensibilità del Comune di Bari sul tema. «La situazione determinata dall’epidemia di Covid-19 - osserva Stefano Bronzini - è un’ occasione da non perdere per facilitare scelte all’insegna della vivibilità urbana e anche del sostegno al commercio. Sappiamo che il sindaco Decaro, già come assessore della giunta Emiliano, ha ben presenti queste problematiche e perciò ritengo che le esaminerà con attenzione».

L’Università finora non ha avanzato richieste ufficiali per l’ampliamento delle aree pedonali che circondano l’Ateneo. «Ma siamo disponibili in qualsiasi momento a confrontarci sull’argomento con il Comune di Bari», annuncia il rettore Bronzini.
le attese dei commerciantiInutile dire che molti locali del centro cittadino attendono come manna dal cielo l’istituzione di nuove isole pedonali. Mara Chiarelli, titolare di un caffè-bistrot letterario in via Cairoli, ha chiesto al Comune di pedonalizzare almeno per l’estate l’isolato, delimitato da via Dante, in cui sorgono la sua e altre attività.

Il provvedimento darebbe agli esercenti la possibilità di sfruttare gli spazi all’aperto per ospitare i clienti nel rispetto del distanziamento interpersonale. E di non essere costretti ad abbassare le saracinesche.

L’idea di Chiarelli ha subito trovato terreno fertile. E altri proprietari di locali invocano misure simili. Come Maria Grazia Monteleone, titolare di un bar in via Cairoli, che vorrebbe dare in affitto e gestione. «Il bar è chiuso da dicembre - dice - poi è arrivata l’epidemia, si è bloccato tutto, ma temo che con le attuali norme difficilmente potrebbe riaprire». Il motivo è presto detto: «Il locale è piccolo e all’interno ci stavano sì e no tre tavolini, adesso forse se ne potrebbe mantenere uno per un massimo di due persone». Anche in questo caso, la soluzione arriverebbe dalla pedonalizzazione del tratto di strada fra via Piccinni e corso Vittorio Emanuele. «Nonostante si tratti di una zona molto centrale, vicina a Palazzo di città - puntualizza Monteleone - già prima dell’epidemia il movimento era scarso, creare un’isola pedonale sarebbe anche un modo per rivitalizzare l’area. Anche perché la parallela via Roberto da Bari è già chiusa al traffico».

Il modello suggerito dalle ampie zone pedonali di via Sparano e via Argiro prende sempre più piede e, coronavirus o no, anche chi un tempo lo osteggiava oggi lo considera un’ancora di salvezza. Cambiano i tempi e le necessità. E pure certi schemi culturali: peccato, in questo caso, che ci sia voluto un virus devastante.

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