CONVERSANO - Procreazione assistita al tempo del Coronavirus. L’unità operativa di Fisiopatologia della riproduzione del «Florenzo Jaia» di Conversano va in soccorso delle coppie che devono ricorrere alla fecondazione assistita in Lombardia, in particolare quelle che si rivolgono all’ospedale «Giovanni XXIII» di Bergamo, una delle strutture italiane più coinvolte dall’emergenza Covid-19.
E’ il frutto di un progetto sperimentale di telemedicina, ribattezzato Smart Pma, attivo da qualche giorno, che «vuole dare la possibilità alle coppie che sono in attesa di trattamento - riporta una nota delle strutture sanitarie - di completare l’iter diagnostico e ottimizzare la preparazione alle cure per quando sarò possibile riprendere l’attività clinica». Il percorso messo a punto consente alle coppie di eseguire, mediante una piattaforma di telemedicina Fenix televisita, le prime consultazioni e i controlli dei primi esami, con la definizione degli step successivi, in attesa degli esami strumentali, come le ecografie, che verranno eseguite in ospedale appena possibile.
Fanno parte della rete anche alcuni dei maggiori centri pubblici italiani: il policlinico «San Martino» e l’ospedale evangelico internazionale di Genova, il «Moscati» di Avellino, il «Niguarda» di Milano, il «Sant’Orsola» di Bologna, il «Pertini» di Roma e il Centro Fivet di Torino. «Le coppie che devono ricorrere alla medicina per avere figli stanno vivendo l’attuale sospensione delle attività non urgenti come uno stop forzato del loro percorso e vedono allontanarsi sempre di più una risposta alle proprie esigenze, con ulteriore sofferenza per l’ansia del tempo che scorre e l’età che avanza - spiega Francesco Fusi, il fisiopatologo promotore della rete pma di telemedicina - la cura della fisiopatologia della riproduzione non è naturalmente una disciplina salva-vita ma ha un ruolo importante per il benessere psico-fisico di donne e uomini. Abbiamo quindi pensato di poter offrire un servizio prezioso sfruttando le nuove tecnologie, in modo da guadagnare tempo e seguire le coppie a casa per tutte quelle attività che non richiedono necessariamente un contatto diretto con i clinici».
Per effetto dei provvedimenti restrittivi finalizzati al contenimento dei contagi Covid, nella struttura di Conversano - che eroga in media 700 trattamenti l’anno e oltre 7mila prestazioni ambulatoriali - è attivo attualmente il servizio di Oncofertilità mirato alla preservazione di gameti e ovociti in pazienti oncologici candidati a trattamenti chemioterapici e radioterapici. «La recente sospensione dei trattamenti di Pma - spiega Giuseppe D’Amato, responsabile dell’Unità di Medicina della Riproduzione dello «Jaia» - ha finito con il gravare maggiormente sulle pazienti con bassa prognosi: vuoi per età che per la ridotta riserva ovarica. Da qui la necessità di garantire l’assistenza attraverso la smart pma in rete con altri centri».