BARI - Un papà originario di Terlizzi abbandona la sua carriera a Milano per aiutare la figlioletta: la storia raccontata sui social di Inchiostro di Puglia fa il giro del web e conquista tutti. Pioggia di like, condivisioni e commenti di incoraggiamento per Raffaele e Aurora.
«La mia storia è differente e per ora ha solo un "mezzo" lieto fine - racconta Raffaele - Terlizzi mi stava stretta, Bari mi stava stretta, l’Italia con tutti i suoi problemi mi stava stretta. E così nel 2012 sono partito per andare a completare la Laurea in Marketing negli USA. Mai avrei pensato di tornare in Italia, mai avrei pensato di tornare in Puglia eppure "la Puglia è uno stato d'animo". Così dopo la laurea - prosegue il super papà - sono rientrato in Italia ed ho cominciato a lavorare per grandi aziende al Nord. Mestre, Milano, Treviso. Insomma traslochi in rapida successione, sembrava di essere su una giostra in continuo movimento. Nel 2015 mentre lavoravo a Treviso è arrivata la mia gioia più grande, ovvero mia figlia Aurora». Ma da lì le cose sono diventate più complesse: «Da quando aveva l'età di 10 mesi abbiamo dovuto accompagnare la bimba al nido, perché si sa, la vita al nord è più cara e anche la mia compagna doveva lavorare. Mentre la mia casa si è trasformata in una farmacia (fortunatamente nulla di grave) ma la mia piccola Principessa stava sempre male». E ancora: «Cicli e cicli di antibiotico ad una bimba così piccola, ma non si poteva fare diversamente. A farmi “ribollire il sangue” il consiglio della pediatria che diceva “Aurora ha bisogno di mare, sole e vitamina D” ed io Pugliese con il mare a due passi che non potevo dare a mia figlia quello di cui aveva bisogno».
Poi la svolta, una multinazionale lo assume in Puglia e gli propone un contratto a tempo determinato: «Non potevo crederci, tornavo a casa - racconta Raffaele - Era il 2017, per due anni è stato come vivere un sogno. Ottimo lavoro. Aurora che finalmente stava bene e aveva ciò che le serviva. La mia compagna che apre un negozio tutto suo.
Cosa volere di più? Ma c’è sempre un prezzo purtroppo, la multinazionale deve fare economia: "Hai fatto un ottimo lavoro Raffaele ma tanti saluti. Niente tempo indeterminato. I piani sono cambiati».
«Così - sottolinea amareggiato - adesso ho un lavoro precario e mal pagato. E per quei pochi colloqui che riesco a fare "ho troppa esperienza" oppure "non ho abbastanza esperienza". Va così. Ogni mattina mi alzo presto, mi guardo allo specchio e mi chiedo "Ma perché non sei a Milano?". "Ma perché non te ne vai di nuovo?". Poi passo dalla cameretta di mia figlia “mi affaccio” e la vedo dormire tranquilla e mi chiedo: "Sta bene? Sì, sta bene. Le manca qualcosa? Per fortuna no, più o meno riesco a darle ciò che le serve». E conclude da buon barese: «E allora sciam nanz che un’altra giornata abbia inizio».