BARI - Quando si spegneranno le luci di Natale, si spegnerà per sempre anche l'insegna del negozio di strumenti musicali «Monachino». «Il 31 dicembre chiudo l'attività. Motivi di famiglia, la mia età che avanza ma soprattutto problemi economici. L’anno scorso ho chiuso in perdita di 15mila euro. E quest’anno sarà altrettanto». Il maestro Giuseppe Monachino è accorato, la voce trema e non capisci se dipende dall'età o dall'emozione di una vita trascorsa tra pianoforti e chitarre.
«L’avvento di internet ha fatto registrare un calo vertiginoso delle vendite – racconta - gli anni migliori sono stati a cavallo degli anni Settanta, fino agli inizi degli anni Novanta. Il mercato degli strumenti musicali era vivo, un via via di musicisti e amanti della musica che davano linfa alla mia passione ancor prima che professione. Uno scambio dialettico che riempiva il cuore». «Il mio primo pianoforte verticale, quando nel 1975 cominciai a studiare musica, mio padre lo ha comprato proprio da lui». Vito Di Modugno, musicista figlio d'arte (suo padre è Pino di Modugno, anche lui musicista) ricorda bene il negozio di Monachino. «E nel 1980, poco prima del diploma, arrivò il pianoforte a coda che ho ancora oggi. Papà da lui ha comprato l'inverosimile. Ricordo benissimo suo padre, quando, bambino, accompagnavo papà nel negozio. - racconta Vito Di Modugno - Ero affascinato da quel mondo; e loro sempre estremamente gentili, disponibili. Dei veri professionisti».
Con la chiusura di Monachino, se ne va un altro pezzo di storia nel tessuto musicale barese. La bottega in via Boemondo, nella città vecchia, fu messa in piedi nel 1948 da suo padre, dal quale ha ereditato il nome, la passione per la musica e gli strumenti, l'arte della riparazione degli strumenti musicali, perfezionandosi come accordatore di fisarmoniche. Poi gli studi; il pianoforte. E il diploma. E l’insegnamento alle scuole medie. E l’ingresso al Conservatorio Niccolò Piccinni.
«All’epoca il Conservatorio non era una scuola ad indirizzo musicale come ora. L'ingresso era su chiamata. E mi chiamò l'allora direttore, il maestro Nino Rota – racconta ancora emozionato – mollai il posto di ruolo nella scuola media e accettai. Ho insegnato per quarant’anni». Docente di solfeggio, composizione e dettato musicale, Monachino ha anche composto tredici libri per la didattica. Nel 2013, il maestro ha ricevuto una targa al merito della città, su iniziativa di un gruppo di amici musicisti, quale punto di riferimento per intere generazioni di musicisti e interprete delle esigenze didattiche dei suoi allievi.
«Ho 82 anni, tre figli, due femmine insegnanti ed un ragazzo di 18 anni - racconta Monachino - Non sono certo pronto a mollare. Non si è mai pronti. Sono cresciuto tra queste pareti. Anzi: tra questi suoni. Io parlo solo attraverso il pentagramma. Per me la musica trasmette tutto».