Resta a Bari il procedimento penale sul naufragio della motonave Norman Atlantic, avvenuto nel dicembre 2014 al largo delle coste albanesi a seguito di un incendio scoppiato a bordo, nel quale morirono 31 persone e altri 64 passeggeri rimasero feriti. Il gup Francesco Agnino ha rigettato le questioni preliminari sulla giurisdizione e sulla competenza territoriale sollevate ieri dalle difese degli imputati che chiedevano di trasferire il processo a Brindisi o in Grecia.
L’udienza preliminare è quindi proseguita con la discussione della Procura. I pm Ettore Cardinali e Federico Perrone Capano hanno insistito per il rinvio a giudizio di tutti gli imputati, 30 persone fisiche e le due società Visemar e la greca Anek Lines, rispettivamente proprietaria e noleggiatrice del traghetto.
Dopo di loro hanno discusso i legali delle 61 parti civili costituite, associandosi alla richiesta della Procura. I difensori di alcuni imputati hanno sollevato nuove eccezioni relative all’utilizzabilità dell’incidente probatorio e della trascrizione delle registrazioni della scatola nera. Domani il gup scioglierà la riserva su queste ulteriori questioni e, dopo le arringhe difensive, deciderà sul rinvio a giudizio. Per il naufragio rischiano il processo per i reati, a vario titolo contestati, di cooperazione colposa in naufragio, omicidio colposo e lesioni colpose plurime oltre a numerose violazioni sulla sicurezza e al codice della navigazione Carlo Visentini della società Visemar, i due legali rappresentanti della greca Anek Lines, il comandante Argilio Giacomazzi e 26 membri dell’equipaggio.