BARI - Eccezioni sulla competenza territoriale sono state sollevate nell’udienza preliminare in corso dinanzi al gup di Bari sul naufragio della motonave Norman Atlantic avvenuto nel dicembre 2014 al largo delle coste albanesi a seguito di un incendio scoppiato a bordo nel quale morirono 31 persone e altri 64 passeggeri rimasero feriti.
I difensori di alcuni dei 32 imputati ritengono che sia competente l’autorità giudiziaria di Brindisi, primo porto di approdo in Italia dopo il naufragio. Altri difensori hanno eccepito la competenza dell’autorità giudiziaria greca, che ha attualmente in corso una indagine sugli stessi fatti. Altre eccezioni riguardano la mancata traduzione in lingua greca di alcuni atti. Su tutte le questioni il gup Francesco Agnino si è riservato di decidere entro l’udienza di domani.
Per il naufragio i pm di Bari Ettore Cardinali e Federico Perrone Capano hanno chiesto il rinvio a giudizio per 32 imputati, 30 persone fisiche e due società, per i reati, a vario titolo contestati, di cooperazione colposa in naufragio, omicidio colposo e lesioni colpose plurime oltre a numerose violazioni sulla sicurezza e al codice della navigazione. Tra gli imputati ci sono Carlo Visentini della società Visemar, proprietaria della nave, i due legali rappresentanti della greca Anek Lines, noleggiatrice della motonave, il comandante Argilio Giacomazzi e 26 membri dell’equipaggio e le due società, entrambe costituite come responsabili civili. Sono costituite 61 parti civili, tra associazioni, società, naufraghi e familiari delle vittime. Pende ancora in Cassazione il ricorso della Procura contro il dissequestro del relitto deciso dal gup. La nave, nel luglio scorso, ha lasciato il porto di Bari dopo quattro anni verso la Turchia.