Il ministro per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, ha annunciato da Bari le cinque missioni per la coesione» che saranno le linee guida della sua attività. Provenzano ha partecipato oggi con il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ad una conferenza stampa sul tema 'Sud e Europa, una nuova prospettiva per l’Italià.
Le cinque missioni elencate dal ministro sono: «lotta alla povertà educativa minorile», destinando risorse fino a 15 miliardi di euro, «spezzare l’isolamento del Mezzogiorno» investendo in «infrastrutture materiali e immateriali» e nella «infrastrutturazione ambientale e sociale», «anticipare nel Sud il "green new deal"», il «trasferimento tecnologico e la rete dei talenti, un’idea che vorrei lanciare oggi per la prima volta» ha detto il ministro, e infine «correre con l’istituzione delle Zes, incentrate sulla logistica marittima».
«L'urgenza è mettere in salvo la programmazione 2014-2020, arrivare nel 2019 a scongiurare il rischio di disimpegno di risorse europee, che purtroppo c'è. Ci sono realtà che rischiano di perdere già nel 2019 decine di milioni di euro. Ci deve essere uno sforzo congiunto delle amministrazioni regionali e dei ministeri perché non vada sprecato o perduto un solo euro». Lo ha detto dalla Fiera del Levante di Bari il ministro per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, sottolineando che per lo sviluppo del Sud «è cruciale il rapporto con l’Europa».
A questo proposito il ministro ha evidenziato che «per la prima volta dopo tanti anni il commissario europeo per politiche di coesione è una donna, ed è una del sud Europa».
«I paesi del sud Europa - ha aggiunto - sono stati quelli più penalizzati dalla crisi e in cui il bisogno di politiche di riequilibrio è decisivo»
«Provare a mettere insieme tutti gli strumenti per sancire il diritto a restare» è uno degli impegni annunciati dal ministro per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, che oggi ha partecipato ad un incontro con la stampa nella Fiera del Levante di Bari.
«Non cederò alla retorica 'piagnisteo della emigrazionè, - ha detto il ministro - credo che sia fondamentale assicurare la libertà di andare e fare esperienze, ma anche offrire l'opportunità di tornare e creare le condizioni per avere un diritto a costruirsi un futuro, se uno lo vuole, nel luogo in cui nasce, nei luoghi che ama. La mobilità è una conquista quando è una scelta, ma se diventa l’unica via di mobilità sociale è una sventura che prepara altre sventure».
Provenzano ha spiegato che «ci sono misure specifiche che vanno rafforzate, 'Resto al sud’è una di queste, ma «è una sfida che non riguarda solo il Mezzogiorno, - ha aggiunto - perché lo stesso diritto a restare è quello che hanno le valli del Piemonte, del Veneto e della Lombardia che si stanno spopolando».
«Lo strumento imprescindibile, la pre-condizione, la prima vera politica di coesione nazionale di cui avremmo bisogno è mettere al centro la lotta alle mafie e alla corruzione, che purtroppo è quello che ha unificato il Paese in tutti questi anni». Lo ha detto a Bari il ministro per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, elencando gli strumenti per il rilancio del Mezzogiorno.
«Non dobbiamo inventarne nuovi - ha detto il ministro - ma far funzionare quello che c'è. Molti strumenti si sovrappongono in termini di competenze e responsabilità, penso alle agenzie di sviluppo, e abbiamo bisogno di definire confini di competenza chiari che evitino sovrapposizioni».
«Penso che Palazzo Chigi - ha continuato Provenzano - debba prendere in mano una regia sul complesso degli investimenti pubblici nel paese e che si doti di quei bracci operativi che sono le agenzie di sviluppo». Ha quindi rilanciato l’idea di una «Banca pubblica per gli investimenti» e di «rafforzare la Banca per il mezzogiorno».
«Abbiamo bisogno - ha detto ancora Provenzano - di rafforzare la capacità amministrativa a tutti i livelli e di riaprire le porte di accesso della pubblica amministrazione a una nuova generazione che, in particolare nel mezzogiorno, ha molto da dare».
LA SFIDA DI MATERA - «La Sfida di Matera deve riguardare il Mezzogiorno soprattutto dopo il 2019, può essere un esempio di quanto l’investimento in industria culturale e creativa sia uno dei settori su cui immaginare lo sviluppo del Mezzogiorno». Lo ha detto il ministro per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, partecipando nella Fiera del Levante di Bari ad una conferenza stampa sul tema 'Sud e Europa, una nuova prospettiva per l’Italià.
«Mi recherò a Matera, conto di chiamare il sindaco nelle prossime ore, per capire cosa si può fare nelle ultime settimane di Matera Capitale europea della Cultura 2019» ha detto Provenzano.
«Le stime dicono - ha aggiunto il ministro - che se avessimo un livello di attività nel settore dell’industria culturale e creativa paragonabile a quello del centro-nord e alla media europea, si libererebbe la possibilità di 200mila posti di lavoro nel Mezzogiorno, di qualità e rivolto alle competenze dei giovani. Quando diciamo che il Sud deve tornare a produrre, - ha concluso - ci riferiamo proprio alla nuova industria in cui l'industria culturale e creativa ha ruolo essenziale»
IL RAPPORTO CON ANCI E COMUNE - «Dobbiamo fare uno sforzo concordato con le Regioni e con i Ministeri per far spendere a quegli enti che ne hanno più bisogno, gli enti locali. Chiederò al presidente dell’Anci, Antonio Decaro, un impegno straordinario per capire come riprogrammare risorse e fondi di coesione per farli arrivare immediatamente ai Comuni». Lo ha annunciato dalla Fiera del Levante di Bari il ministro per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano.
«Un’altra cosa da fare - ha detto il ministro - è una banca di buone prassi sulla programmazione, mettiamoci in rete, tutte le autorità di gestione, regionali e nazionali, e capiamo cosa ha funzionato per importarlo altrove». Per Provenzano «il Sud non è una causa persa. È interesse dell’Italia e in primo luogo delle regioni del Nord investire nel Mezzogiorno, nel nostro mercato interno, che oggi attiva circa il 14% del Pil centrosettentrionale». «Il messaggio che dobbiamo lanciare - ha concluso il ministro - è che investire al sud fa bene a tutta l’Italia e anche al centro-nord. Questa è la nostra priorità, ed è in discontinuità con gli ultimi 20 anni in cui l’Italia si è avvitata in una contrapposizione territoriale tra nord e sud che ha fatto male all’intero paese. Dobbiamo fare del Mezzogiorno l’area in cui sperimentare, avviare, anticipare il modello di sviluppo che dobbiamo realizzare in tutta Italia domani».