Erano settantadue box il 20 dicembre del 2021. Un giorno atteso perché veniva finalmente inaugurato, al coperto, il mercato storico di Japigia. Quello di via Pitagora trasferito nella struttura moderna di via Aristosseno. Oggi le saracinesche abbassate sono quasi la metà. I sorrisi sono amari. La voglia di parlare non c’è. «Stiamo morendo lentamente - racconta un ambulante di passaggio. I nostri clienti li stiamo perdendo tutti».
Sguscia le cozze, Benedetto Bonante, le allinea nella vaschetta e spiega: «Abbiamo perso il sessanta per cento degli incassi. I prezzi sono raddoppiati. In un anno il costo delle cozze è salito da tre a sei euro. Ora è sceso a cinque euro. Ma comunque non le vuole più nessuno. Fino a qualche tempo fa vendevo in un anno un quintale e mezzo di cozze ora trenta chili. Mentre le spese continuano a crescere. Pago oltre mille euro di immondizia. La mia categoria ha una spesa in più per lo smaltimento degli scarti che non possono fare gli operatori di Amiu. Poi c’è l’affitto di 335 euro e le bollette a parte da pagare. Non ce la facciamo».
Nel mercato di Santa Chiara si punta il dito soprattutto sui parcheggi e sulla tolleranza zero della polizia locale. «All’inizio lavoravamo tanto - racconta Pasquale Morolla. Ora è cambiato tutto. Il nuovo parcheggio è arrivato tardi. Quando avevano multato la maggior parte dei clienti che venivano a fare la spesa. Inizialmente doveva essere a pagamento, invece, è gratuito ed è sempre occupato da molti residenti. Se ci fosse stata una sosta a pagamento ci sarebbero sicuramente più posti che utilizzerebbero i clienti. Io stesso ho avuto un verbale per sosta in doppia fila».
Per Morolla poi è assurdo pagare oltre trecento euro per mezza giornata e non essere liberi di poter provvedere a fare lavori nel proprio box nel pomeriggio o in serata. «Ho avuto una multa di mille e trenta euro perché stavo pulendo la bancarella di mio fratello che non stava bene. Lo trovo assurdo. Devo pitturare la saracinesca ma quando dovrei farlo? Non certo la mattina che dobbiamo essere a disposizione dei clienti». Indica l’uva di Putignano a 1,99 euro: «Nei supermercati il prezzo è più alto ma loro in compenso hanno i parcheggi».
Fa spalluccia Alessandro Abbrescia che elenca le spese della sua bancarella dove vende pesce fresco. «Ci sono troppe spese. Basta guardarsi intorno per capire che in pochi resistono. Tra immondizia, affitto e bollette, è un miracolo andare avanti. Molti clienti preferiscono Santa Scolastica dove non c’è il problema del parcheggio e dove c’è più scelta». Troppe spese, quindi, e una sensazione di abbandono che fa montare la rabbia. I carrellati per il conferimento della spazzatura sono spesso sporchi, ripetono. «Secondo lei posso farlo io? - tuona un ambulante. Ho più di settant’anni e lavoro da quando ne ho dodici. I bidoni sono troppo grandi, non ce la faccio. Sono poco più delle nove del mattino».
I clienti arrivano alla spicciolata. Casalinghe si incontrano, scambiano due chiacchiere. Ci sono i pensionati che discutono sul solito Bari che delude. «Francesco per piacere dammi un chilo di mele. Fai presto che ho lasciato l’auto nel parcheggio killer». Sorride l’ambulante e centra velocemente la frutta richiesta nella busta: «Scommettiamo che la multa l’hai già presa?».