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Università, prof. aspetta da 4 anni il pagamento di un corso

 
Alessandra Montemurro

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Alessandra Montemurro

Università, prof. aspetta da 4 anni il pagamento di un corso

Cosimo Magazzino, originario di Grottaglie e docente a Roma 3, nel 2015 ha fatto un corso ma non è stato mai pagato

Domenica 01 Settembre 2019, 09:46

«Da pugliese mi vergogno per la figuraccia che la stessa Università degli Studi di Bari sta facendo con questa vicenda. Figuriamoci cosa potrebbe pensare chi viene da fuori». Sono le dure parole di Cosimo Magazzino, oggi professore associato all’Università di Roma Tre, che dal 2015 aspetta il compenso per un corso di Econometria tenuto a Bari nell’ambito della laurea magistrale in Economia e Management.

Classe 1980, originario di Grottaglie, Magazzino ha deciso a 18 anni di lasciare la sua terra. Ha studiato Economia a Roma. Si è laureato e ha iniziato la carriera accademica, ottenendo tre anni fa il titolo di professore associato di Politica economica presso il dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Roma Tre.

Nel 2015 il docente partecipa all’avviso di vacanza per l’insegnamento di Econometria del dipartimento di Studi Aziendali e Giusprivatistici dell’Università degli Studi di Bari «Aldo Moro» e viene incaricato di tenere il corso. Così fa. Iniziano le trasferte da Roma a Bari, le lezioni, gli esami. Il tutto anticipando le spese che, gli viene garantito, sarebbero state rimborsate al termine dell’incarico. Da allora sono passati quasi cinque anni, ma del compenso pattuito il docente non ha visto nemmeno l’ombra.

A nulla sono valse le numerose mail di sollecito inviate in questi anni ai due direttori di dipartimento che si sono succeduti (Dell’Atti prima e Lagioia poi) e alla coordinatrice, oltre che alla segreteria di dipartimento. Né sono servite quelle inviate da una docente interna dell’Università di Bari che ha provato ad aiutare ripetutamente il prof. Magazzino, riscontrando - anche in questo caso – sempre enormi difficoltà nel comunicare con qualcuno per chiarire la situazione e ottenendo solo risposte evasive e di attesa davanti alle richieste e alle rimostranze presentate.

Dopo un fitto scambio di email, nell’estate 2017 la situazione sembrava essere sul punto di risolversi. Il docente comunicava anche le sue coordinate bancarie per ricevere il pagamento dei compensi come da accordi presi telefonicamente con una segretaria dell’ U.O. Borse e assegni di ricerca, contratti di collaborazione (5 settembre 2017). Da allora però l’Università sembra essersi dimenticata ancora una volta del pagamento.

Esasperato dalla situazione e dalla quasi totale assenza di risposte, il docente chiede aiuto a una collega dell’Ateneo barese che in una mail del 6 novembre 2017 chiede alla segreteria del dipartimento di Economia, Management e Diritto di Impresa di conoscere a che punto sia la pratica per il pagamento di Magazzino e di conoscere quale sia l’importo deliberato dal CdA dell’Università di Bari. In quella stessa mail la docente chiede di conoscere anche la situazione dei contratti per tutte le materie economiche assegnati negli ultimi anni, sottolineando che «sono tanti i colleghi verso i quali mi sono, o ci siamo, impegnati con i colleghi di area, e mentre alcuni ci dicono di essere stati pagati altri no …omissis...ho persino perso il conto. Puoi gentilmente inoltrarmi un riepilogo e farmi sapere se manca documentazione per la chiusura della pratica (e quale)?».

Il 12 marzo 2018 dopo l’ennesimo sollecito la stessa amministrativa che aveva chiesto i riferimenti bancari l’anno precedente risponde a una mail del docente rammaricandosi per la situazione e spiegando tuttavia di non aver ancora ricevuto nulla dal dipartimento per procedere con il saldo delle spettanze dello stesso.

Passa ancora un mese. Siamo ad aprile 2018. Magazzino scrive alla docente che sta cercando di aiutarlo per chiederle di intervenire, lamentando ancora una volta, da oltre un anno, la totale assenza di risposte dalla segretaria amministrativa del dipartimento. A novembre 2018 Magazzino viene rassicurato sull’imminente saldo dei suoi compensi.

Passano altri otto mesi. Siamo al 20 giugno 2019 e, a oltre quattro anni di distanza per l’insegnamento tenuto, Magazzino non è riuscito ad essere pagato. Il 17 luglio scorso interviene ancora una volta la professoressa che scrive al direttore del dipartimento, Giovanni Lagioia, per chiedere di sanare la situazione.

«Arrivando a Bari cinque anni fa incontrai nei corridoi del dipartimento un collega di Milano che aveva tenuto un corso per un’altra materia e che con una battuta mi disse: “Tanto lo sai che verrai pagato tra non meno di cinque anni”. Allora pensavo a una battuta, ma oggi so con certezza che non lo era», chiosa amaramente il professore, che non nasconde non solo la delusione per quello che ha vissuto e che sta vivendo sulla propria pelle, ma anche e soprattutto la vergogna da uomo del Sud per l’Università stessa.

Oggi è il 1° settembre. Le vacanze sono finite. Il personale in ferie sta per rientrare al lavoro e gli uffici stanno per riaprire. Quanto aspetterà ancora il professore per ricevere i 4mila euro del suo compenso, onnicomprensivi (da quello che si evince da una mail) di anche tutti i rimborsi per le spese sostenute nell’anno del corso?

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