«Attento a non sbagliare. I soldi di Mola sono di Mola, non per te e per i tuoi amici. Ti seguirò per tutto il mandato e se sbagli farai i conti in privato con me»: è questo il contenuto del messaggio minatorio che il sindaco di Mola di Bari, il 37enne Giuseppe Colonna, ha ricevuto poche ore fa nella sua posta privata di Facebook. Il primo cittadino, in carica dallo scorso anno, ha pubblicato lo screenshot del messaggio, corredato da alcune dichiarazioni:
«Oggi pomeriggio ho ricevuto questo messaggio nella posta privata della mia pagina a seguito del quale mi sono recato presso la locale Tenenza dei Carabinieri per sporgere denuncia-querela. Sono questi i momenti in cui lo sconforto prende il sopravvento e ti interroghi se tutto questo ne valga la pena. Come sindaco mi batto da sempre per la libertà di pensiero e di parola, accetto il confronto a patto che vi sia disponibilità ad ascoltare e rispettare le posizioni altrui e rispetto la differenza di opinioni ma non posso assolutamente permettere che si trascenda in questo. Andrò avanti nel mio lavoro e lo farò a testa alta, senza lasciarmi condizionare da intimidazioni di alcun tipo. Lo devo a me stesso e ai miei cittadini».
LA SOLIDARIETÀ DI DECARO - «Al mio amico Giuseppe va l’abbraccio dell’intera comunità dei sindaci. Purtroppo le minacce e i tentativi di intimidazione nei confronti degli amministratori e dei sindaci sono all’ordine del giorno ma questo non ci farà indietreggiare rispetto al lavoro quotidiano che facciamo per i nostri cittadini». È il commento del presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, alle minacce ricevute nelle ultime ora dal sindaco di Mola di Bari, Giuseppe Colonna, destinatario di un messaggio privato su Facebook in cui l’autore "prometteva 2 proiettili calibro 45».
«A Giuseppe e a tutti i sindaci che in queste ore vivono un momento di sconforto dico: non siete soli, andiamo avanti perché le nostre comunità valgono tutto il nostro impegno», conclude Decaro.
Secondo l’ultimo rapporto di Avviso Pubblico, ricorda l’Anci in una nota, nel 2018 si sono registrati ben 574 atti intimidatori verso i primi cittadini, uno ogni 15 ore, interessando tutte le regioni italiane ad eccezione della Valle d’Aosta, 84 Province e 309 Comuni. Dal 2011, anno della prima edizione del Rapporto in cui furono censiti 212 casi, le minacce sono quindi aumentate del 170%.