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Aziende vinicole fallite nel Barese: arrestati due imprenditori

 
Redazione online

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Aziende vinicole fallite nel Barese: arrestati due imprenditori

Avrebbero omesso il pagamento delle imposte raggiungendo debiti con l’Erario di circa 103 milioni di euro

Venerdì 21 Giugno 2019, 15:06

Due arresti e una misura interdittiva sono stati eseguiti dalla Guardia di Finanza di Mola per i reati di bancarotta fraudolenta nei confronti dei tre amministratori di diritto e di fatto delle due società Cantine del Levante srl e Cantine del Belvedere Srl, operanti nel settore della vinificazione nelle zone di Cellamare, Noicattaro e Corato, entrambe dichiarate fallite dal Tribunale di Bari rispettivamente nel febbraio e nel marzo del 2019.

Agli arresti domiciliari sono finiti gli imprenditori Giuseppe Scaringella e Gianni De Laurentis, gestori di entrambe le società. L’interdizione dall’esercizio dell’attività è stata disposta per Gioacchino De Ruvo, amministratore di Cantine del Belvedere, di fatto però amministrata - secondo l’accusa - dagli altri due. Stando alle indagini coordinate dal pm Giuseppe Dentamaro, gli indagati avrebbero omesso il pagamento delle imposte raggiungendo debiti con l’Erario di circa 103 milioni di euro, anche per effetto di sanzioni e interessi, «che erodevano completamente il patrimonio societario», si legge nelle imputazioni.

Prima della procedura fallimentare, chiesta dalla Procura, gli indagati avrebbero inoltre distratto denaro attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per oltre 20 milioni di euro, tenendo i libri e le scritture contabili in modo «tale da rendere impossibile la ricostruzione del patrimonio e il movimento degli affari». Dal 2011 al 2013 le due società avrebbero fatto versamenti e prelevamenti non giustificati per quasi 70 milioni di euro.

Le indagini, avviate nel 2013 nell’ambito di una attività di monitoraggio disposta dalla magistratura barese sulle aziende del territorio con gravi situazioni debitorie, hanno accertato che gli amministratori di queste due società «non avevano quasi mai presentato i bilanci e anche le dichiarazioni fiscali erano quasi del tutto inesistenti». Gli investigatori hanno inoltre "individuato condotte rientranti nella falsa fatturazione, omessa dichiarazione, nonché frodi connesse alla produzione e commercializzazione del mosto da vino». Il sistema illecito ricostruito dalla Gdf coinvolgerebbe almeno altre quattro aziende dello stesso gruppo, gestite tramite prestanome, allo stato non ancora dichiarate fallite.

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