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Bari, stop alla vendita della cannabis light: quale futuro per i rivenditori?

 
Graziana Capurso

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Graziana Capurso

Bari, stop alla vendita della cannabis light: quale futuro per i rivenditori?

Viaggio tra i negozi: «Noi non vendiamo droga ma sostanze rilassanti che piacciono alla gente»

Sabato 01 Giugno 2019, 15:35

BARI - La Cassazione ha scritto la parola fine sulla vendita della Cannabis Light e dei suoi derivati. Traduzione? Niente più foglie essiccate da fumare, liquidi per la sigaretta elettronica, gocce e oli da ingerire. In sintesi stop ai prodotti di punta degli oltre mille cannabis shop nati in Italia negli ultimi anni. Un problema che tocca anche i rivenditori baresi: cresce così la preoccupazione per il futuro di questo business. «La legge è confusa al riguardo - commenta Francesco di Ehhzy shop - siamo demoralizzati dal fatto che non si riesca a trovare una legge chiara, lasciandoci perennemente in un dubbio normativo. Nelle parole finali della sentenza, infatti, fanno eccezione tutti quei prodotti che al loro interno non contengono proprietà drogante. Anche per il ministero della Salute il limite di Thc deve rimanere sotto lo 0,6% e i nostri prodotti, non contendendo droga, sono a norma di legge». «Insomma siamo punto e a capo - spiegano i rivenditori - aspetteremo questi 20-30 giorni per capire quali saranno i parametri su cui basarci, ma ci auguriamo che non ci facciano chiudere».

I numeri però parlano chiaro: il mercato della canapa in Italia vale circa 80 milioni di euro. Cosa ne sarà dei produttori? «Gli shop sono l’ultima ruota del carro - spiega Glauco di Bear Bush - certo è che questo business ha abbassato lo spaccio del 15% in un anno, sono numeri importanti. Una sentenza di questo tipo invece ci fa fare un passo indietro rispetto al resto d’Europa. Chi ci governa dovrebbe informarsi un po' di più». «Noi non vendiamo dorga - precisa Francesco - ma biorilassanti da cui la gente trae beneficio. Alla fine, oltre alle infiorescenze, i prodotti da noi più venduti sono tisane e olii, che di certo non fanno male, tant’è che a richiederceli sono clienti di mezza età. Questa macchina del fango non fa altro che creare cattiva pubblicità e le ripercussioni economiche in questo settore saranno evidenti, vista la diffidenza di base che c’è riguardo i nostri shop e che verrà alimentata». Non tutti però la pensano così. «In queste 24 ore a Bari abbiamo ricevuto solidarietà non solo dai clienti abituali, ma anche da passanti che capiscono che il nostro è un lavoro come un altro. Di certo aumenteranno i controlli, ci saranno magari più sequestri ma credo che il fenomeno anti cannabis si sgonfierà presto», aggiunge Glauco.
Riguardo la paura del domani sono tutti concordi: «Paura? No. Più che altro c’è delusione perché abbiamo iniziato questo tipo di attività convinti di non vendere nessun tipo di droga, anzi al contrario saremmo i primi a dire basta alla vendita di questi prodotti. Ma se un domani dovessero davvero dirci di chiudere, probabilmente andremmo via dall’Italia». 

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