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Forza Italia riparte dal Cav: «Sarà protagonista nella Ue»

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Forza Italia riparte dal Cav: «Sarà protagonista nella Ue»

Bernini: «Puntiamo sulla Puglia laboratorio del centrodestra. Noi alternativa alla sinistra. Reddito di cittadinanza un bluff»

Domenica 12 Maggio 2019, 20:12

20:29

Forza Italia rilancia la propria proposta politica liberale alle Europee e scommette sulla Puglia come avamposto della riscossa del centrodestra del buon governo. Su queste linee si muove la riflessione di Anna Maria Bernini, presidente del gruppo berlusconiano al Senato.


Presidente Bernini, Forza Italia ha come capolista al Sud Silvio Berlusconi. Quali le priorità per rigenerare il rapporto degli italiani con l’Ue?
«Il Presidente Berlusconi, con la sua grande esperienza in politica estera, sarà un grande protagonista della nuova stagione europea. La sua candidatura è una garanzia di autorevolezza che sarà indispensabile per difendere il nostro interesse nazionale, per questo siamo convinti che il voto a Forza Italia è soprattutto un voto utile per l’Italia, che deve uscire dall’isolamento in cui l’ha confinata questo governo scegliendo gli avversari sbagliati, i sovranisti che saranno i nostri primi nemici sui fronti dell’immigrazione e dei conti pubblici».


Berlusconi mediatore tra il Ppe e il fronte dei nazional-populisti a Bruxelles: è possibile costruire una maggioranza alternativa all’accordo con i socialisti nel parlamento europeo?
«L’alleanza tra Popolari e Socialisti ha trasformato l’Unione in una sorta di mostro burocratico. Il Partito Popolare, di cui Forza Italia sarà parte integrante, dovrà allearsi con le forze alternative alla sinistra, compresi i sovranisti “illuminati” che non vogliono demolire ma cambiare l’Europa per affermare l’unico sovranismo utile, cioè quello europeo. Senza una politica estera e di difesa comune, infatti, l’Europa è destinata a soccombere nella competizione globale. Il nostro programma è chiaro: un’Europa più vicina ai cittadini che sappia dare risposte alle grandi sfide della disoccupazione, della sicurezza, dell’immigrazione, della rivoluzione tecnologica. E che riscopra, insieme alle sue radici giudaico-cristiane, il valore del liberismo sociale».


Nel Sud la proposta di introduzione del reddito di cittadinanza è stata una delle chiavi del successo del M5S. Come giudica questa misura contro la povertà?
«Il reddito di cittadinanza ha già fallito la prova del nove, non tanto per la platea dei richiedenti notevolmente inferiore alle attese o per aver voluto mischiare lotta alla povertà e inclusione al lavoro, ma soprattutto per l’incoscienza con cui il governo ha seminato speranze destinate a restare tali. Non serve a far emergere il lavoro nero né ad abolire la povertà, semmai si sta dimostrando una beffa per le famiglie in difficoltà che si vedono consegnare assegni di poche decine di euro. Il Sud ha bisogno di un governo che ponga le aziende in condizione di creare lavoro, non di assistenzialismo».


Il governo Conte è costruito su un contratto tra forze distanti culturalmente. Al momento nell’azione dell’esecutivo c’è più giallo M5S o più verde Lega? Quanta attenzione emerge per il mondo delle imprese?
«Questo governo è il primo nemico delle imprese. I due provvedimenti che dovrebbero rilanciare economia e pil, infatti sono poco più che palliativi. Il decreto sblocca cantieri, infatti, non sblocca un bel nulla: pensi che ci vorranno almeno sei mesi per il nuovo regolamento sugli appalti. Ma col decreto crescita va ancora peggio: per ben 26 dei 39 provvedimenti attuativi non è infatti prevista nessuna scadenza. Tra questi, la nuova mini Ires. Prevale dunque la follia della decrescita infelice. Per questo c’è molto più giallo che verde nelle politiche del governo».

Quali rischi per il Sud e per la tenuta della qualità dei servizi e del welfare sono connessi all’ipotesi di riforma dell'autonomia differenziata?
«Credo che le regioni debbano poter contare su un’autonomia necessaria a valorizzare le proprie peculiarità, ma in un quadro unitario e solidale. Almeno scuola, sanità e mobilità devono essere garantiti con gli stessi standard su tutto il territorio nazionale. Dunque, a noi preme arrivare a un’autonomia che diventi una competizione virtuosa, che premi le regioni che amministrano meglio ma metta quelle più svantaggiate in condizione di raggiungere standard ottimali di efficienza per i cittadini».


Decreto Crescita: è stato cancellato il vincolo di destinazione per i fondi della coesione al Sud. Che visione emerge da questo provvedimento?
«I proclami che hanno accompagnato il Decreto crescita sono stati purtroppo disattesi, in special modo per il Sud. La cancellazione dei vincoli di destinazione denota la totale mancanza di strategia del governo: senza investimenti, il Mezzogiorno continuerà ad essere l’anello debole della catena produttiva nazionale, vincolata solo alle misure assistenziali».


Amministrative ed Europee in Puglia. Forza Italia ha scommesso sul patto con il mondo civico. Che aspettative ci sono? Il voto delle comunali di Bari, Lecce e Foggia che orizzonte può aprire?

«La Puglia è per noi il laboratorio politico ideale per promuovere il buongoverno del centrodestra. La scelta di presentarci uniti alle elezioni amministrative è stata lungimirante e darà grandi frutti. Da qui sta partendo la nostra sfida agli alleati, un richiamo alla coerenza perché siamo convinti che non esiste, ad ogni livello, un’alternativa politica altrettanto valida per rispondere alle emergenze del Paese. Nella consapevolezza che senza Forza Italia il centrodestra non vince».

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