BARI - Prove tecniche di guerriglia di fine anno a colpi di petardi, venduti dalla «malavita». Lo «sfogo pirico», crepitante e fischiante è cominciato nel tardo pomeriggio del giorno di San Silvestro quando una Fiat Punto è «saltata» su una batteria di petardi lanciata nel traffico di via Maria Cristina di Savoia, a San Pasquale. Il motore ha preso fuoco, il conducente è fuggito a piedi in preda al panico.
I Vigili del fuoco hanno domato le fiamme, iniziando così un vero e proprio «tour de force» prolungato fino alle 4 di ieri mattina, dopo una notte in cui l’ordinanza anti-botti è stata seppellita da una pioggia di cipolle, track con tronetto, mezze botte, tricchi-tracco, raudi, petardi flash, petardi saltellanti, sbruffi, mini razzetti, razzi, candele romane, tubi di lancio e chi più ne ha più ne metta.
Ad aprire le ostilità, ben prima della mezzanotte, drappelli vaganti di adolescenti «armati» fino ai denti di raudi e batterie di mortaretti. L’ultimo rintocco dell’ultima ora dell’anno morente ha scatenato l’inferno e in particolare i cieli del Libertà, di Madonnella, Japigia, del San Paolo sono stati illuminati da fuochi degni di una festa patronale o come abitudine nella Bari «permale», della scarcerazione di un padrino di camorra.
Il bilancio finale è riassunto nei numeri degli interventi eseguiti dal 118 e dei ricoveri. Il Policlinico ha registrato nel suo Pronto soccorso, 3 accessi in codice di gravità rosso (condizioni molto critiche, pericolo di vita, priorità massima); 21 in codice di gravità giallo (mediamente critico, possibile pericolo di vita) per tre dei quali i feriti mostravano lesioni alle mani e al viso e altri tre piccole bruciature; 20 in codice verde (poco critico, prestazioni differibili) e 7 in codice bianco (non critico). I tre casi più gravi: un uomo di 43 anni e un ragazzo di 15 con lesioni estese e di grado elevato alle mani e un ragazzo di 14 anni, giunto dall’ospedale San Paolo, che è stato ricoverato nel reparto di terapia sub intensiva del Centro ustioni e terapia plastica ricostruttiva. Bilancio per fortuna meno pesante al San Paolo, tre gli accessi. Il più grave, in codice rosso, ha riguardato il ragazzo di 14 anni subito trasferito al Centro ustioni del Policlinico, poi due pazienti, classificati in codice di gravità verde, con piccole ustioni, dimessi dopo essere stati medicati.
L'ordinanza anti-botti, emanata a Bari, così come in provincia, è stata dunque largamente ignorata un po’ ovunque, come testimoniano non solo i feriti ma anche gli interventi effettuati dai pompieri per l’incendio di una decina di di cassonetti provocati dall'esplosione dei petardi.
Il mercato nero è ancora florido. In principio erano il raudo e la bomba. I veri protagonisti della notte di San Silvestro. Cambiano i tempi e cambia il mercato dei botti. Ora vanno di gran moda i «cobra» più potenti dei raudi, molto meno spaventosi delle bombe carta. La gestione dei banchetti che l’ultimo giorno dell’anno sembrano improvvisamente materializzarsi dal nulla, segue le logiche e le dinamiche delle fornacelle abusive della festa di San Nicola. I venditori abusivi fanno parte della «paranza» di Japigia, di Bari Vecchia, del San Paolo, del Libertà che si alimenta di piccoli traffici illegali. Il più delle volte a muovere le fila dello «spaccio» di botti c’è la criminalità comune ma anche i giovani d’onore della malavita organizzata. Quelli del sottobosco. Vendono in casa o in qualche garage (con tutti i pericoli derivanti, annessi e connessi) adattato alla meglio, per la bisogna. La mattina del 31 giocano la carta del banchetto, sul quale espongono la piccola mercanzia illegale.
Per non correre il rischio di essere scoperti e vedere così andare in fumo un investimento medio che oscilla tra o mille e i tremila euro, hanno adottato il sistema di sorveglianza delle piazze di spaccio, con tanto di vedetta pronta ad avvisare in caso di controlli delle forze dell’ordine. Ed è proprio tramite questa rete clandestina che vengono piazzati i «tricchi-tracchi», le «cipolle», i «raudi», i «cobra», le batterie e la bomba di Capodanno
I prezzi? Alti l’ultimo giorno. Cinque euro per un tricchi-tracco, dieci per una cipolla da cinquanta grammi, un centinaio di euro per la «bomba» e le batterie. Malgrado i costi, e nonostante la crisi diffusa, questo è un mercato che tira maledettamente, perché questa è una nicchia commerciale dura da scalfire.