Nascono 12 reti civiche urbane, una cordata per ciascun quartiere con l'obiettivo di dare nuova linfa, idee e progetti al territorio cittadino partendo dal basso. Da proposte, impegno e desideri dei cittadini, desiderosi di migliorare il proprio quartiere e la città.
Comitati di quartiere, parrocchie, scuole, associazioni culturali, commercianti e residenti, si sono confrontati a più riprese per mesi, attraverso assemblee e riunioni al fine di conoscersi e interrogarsi su una visione di città condivisa. Uno sforzo di aggregazione e mobilitazione sociale imponente – 104 incontri, 300 ore di co-progettazione, 62 sedi associative frequentate, più di 300 realtà coinvolte, una comunità di 2mila persone attive - che hanno coinvolto attivamente i cittadini nel tradurre istanze ed idee in progetti concreti da realizzare, per rendere più bello e attraente il proprio quartiere.
Si è ragionato e discusso su parchi, lame e caserme, sui temi del mare e dell’intercultura, co-progettando feste di quartiere, concerti, rassegne di cinema all’aperto, operazioni di street art, bande di quartiere, laboratori di teatro e campi estivi per i bambini. È stato fatto uno sforzo collettivo per indagare e leggere in profondità i bisogni del territorio, approfondendone la storia, il ruolo sulla città, i cambiamenti sociali intervenuti al fine di stilare una programmazione culturale in grado di migliorare e valorizzare la qualità della vita di tutti. Non sono mancati conflitti e divergenze, ma si è rivelata prevalente la voglia di stare insieme e vivere la propria dimensione di comunità.
Per ogni quartiere il Comune ha assegnato un budget calcolato su base demografica e sociale (cifre variabili tra i 165mila e i 70mila euro) che ciascuna Rete civica urbana potrà impegnare per realizzare iniziative culturali, artistiche, sportive, sociali, di riuso, tese ad animare il quartiere nei 18 mesi successivi alla progettazione e a valorizzare lo spazio pubblico e i luoghi identitari del territorio, coinvolgendo il più alto numero di residenti. Saranno le strade, i giardini, gli oratori delle parrocchie, le sedi associative o spazi rivitalizzando ad ospitare eventi, iniziative e manifestazioni.
fondi europei Reti civiche urbane (Rcu) è una misura finanziata con 1,2 milioni grazie al Poc Città Metropolitane 2014-2020 (programma operativo complementare del Pon Metro). Una misura di «community building» che mira a rafforzare la coesione sociale nei quartieri, invitando la gente a lavorare insieme su una programmazione socio-culturale condivisa sviluppata sulla base di bisogni e spirazioni dei cittadini.
Ieri negli spazi dell’«Officina degli esordi» l'incontro tra i protagonisti che in questi mesi hanno animato il programma in ciascun quartiere per un momento di confronto collettivo su percorso compiuto e lavoro svolto, insieme al sindaco Antonio Decaro. «La risposta alla nostra chiamata di agosto è stata straordinaria ed entusiasmante: 12 candidature per 12 aree. Una sola cordata per ciascun quartiere. Una sola proposta comunitaria per area territoriale che ha coinvolto complessivamente una media di 16 organizzazioni per quartiere per un totale di 200 realtà del settore sociale e culturale attive direttamente nelle associazioni temporanee che si costituiranno a breve», afferma il primo cittadino, lodando lo «sforzo di unione di energie e di intenti che ci restituisce un quadro di maturità e di convergenza culturale che fa ben sperare per la città di Bari».
«Ed è a noi oggi la responsabilità di rispondere efficacemente a questa domanda di partecipazione, favorendo la realizzazione delle iniziative programmate e trasformando le Reti civiche urbane in laboratori permanenti di elaborazione culturale e civile e di consultazione per l’Amministrazione. Laboratori che diventino presidi e punti di riferimento nella città, laboratori che vivranno anche dopo di noi e che saranno la forza di questa città che ha scelto da tempo di crescere e di mostrare al Paese quello che è», conclude il sindaco.