BARI - Un documento congiunto firmato da quattordici persone, tra esponenti di partiti politici (Forza Italia, Partito Democratico e altre forze di centrodestra), magistrati e rappresentanti dell’avvocatura barese, sarà sottoposto al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, per chiedere di risolvere al più presto la situazione della edilizia giudiziaria a Bari. Presenti all’incontro anche esponenti del Movimento 5 Stelle che tuttavia, tramite la senatrice Angela Piarulli Anna Bruna Piarulli, hanno comunicato di non voler sottoscrivere il documento.
«Non condivido il documento - ha spiegato la senatrice pentastellata - perché ritengo che in questo momento il ministro stia procedendo, con tutte le difficoltà del caso, alla individuazione della soluzione. Mi farò portavoce delle esigenze di tutti e sottoporrò questo documento all’attenzione del ministro ma non lo firmo».
I firmatari del documento, tra cui i deputati Francesco Paolo Sisto (Fi), Marco Lacarra e Ubaldo Pagano (Pd) e i presidenti dell’Ordine degli Avvocati, Giovanni Stefanì, e della Camera Penale, Gaetano Sassanelli, chiedono «all’unisono» al ministro Bonafede «di attivarsi immediatamente per la risoluzione del gravissimo problema dell’edilizia giudiziaria a Bari. La cosiddetta soluzione ponte va risolutamente adottata, eventualmente anche attraverso l’adozione di poteri straordinari». Nel documento si chiede anche una «tavolo permanente interistituzionale di confronto tra rappresentanti ministeriali, regionali, comunali e operatori del diritto al fine di coadiuvare il lavoro dei suoi uffici dalla scelta dell’immobile destinato alla cosiddetta soluzione ponte sono all’individuazione dell’auspicata soluzione definitiva del Polo della Giustizia. Non si può aspettare più nemmeno un giorno».
GLI AVVOCATI - «Siamo in un vicolo cieco. La soluzione va trovata e subito». Lo ha detto Francesco Giannella, procuratore aggiunto di Bari, coordinatore della Dda, intervenendo all’incontro pubblico organizzato nella sede dell’Ordine degli avvocati di Bari sulla questione del Palagiustizia inagibile nel corso del quale, tra l’altro, la senatrice Angela Piarulli del Movimento 5 Stelle, ha confermato l'intenzione del Ministero della Giustizia di procedere allo "sgombero immediato» del Palagiustizia e il deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto, avvocato, ha annunciato il deposito di una «denuncia per interruzione di pubblico servizio, turbamento grave della regolarità del servizio della Giustizia penale della nostra città». «Noi oggi - ha detto Giannella - abbiamo un problema, non sappiamo cosa fare. Ci è stato detto che domani dobbiamo uscire, ma dove dobbiamo andare? Le carte dei nostri processi sono tutte lì. Per favore, - ha continuato Giannella rivolgendosi ai politici presenti - mettete da parte le polemiche. Vi prego, dobbiamo risolvere questo problema subito, perché domani non sapremo come ricevere un atto, non sapremo come fare una proroga di una intercettazione telefonica di una indagine di criminalità organizzata. Poi, dopo, sarà il momento di domandarci come mai siamo arrivati a questo punto e chi sono le persone o gli enti che sono stati assenti». Giannella ha evidenziato «l'impressione, ed è questo mi amareggia di più, che la gente non si renda conto. La cosa che fa più male è la mancanza assoluta di cultura delle istituzione, del servizio, dell’importanza essenziale della giurisdizione. La gente non ha capito che è un problema loro, che questo Paese, questa città, questa regione, questa provincia, questo distretto, avranno problemi seri di sicurezza. E questo riguarda i cittadini che si fanno tanti sorrisetti pensando alle tende», dove sono state celebrate per un mese le udienze di rinvio.
All’incontro hanno partecipato anche il segretario e una componente della Giunta distrettuale dell’Anm di Bari, i giudici Michele Parisi e Rosa Calia Di Pinto. «È una situazione assolutamente drammatica» ha detto Parisi, che ha definito «indifferibile l’individuazione di una soluzione per gli uffici della Giustizia». Calia Di Pinto, ricordando che l'ex sezione distaccata di Modugno dove da sabato dovranno trasferirsi i giudici «non sarà operativa prima di tre mesi», ha detto che «migliaia di processi andranno a finire al macero». Un ordine di servizio a firma del presidente del Tribunale, Domenico De Facendis, stabilisce infatti che dal primo Settembre tutti i giudici si trasferiscano nelle sedi di Modugno (due sezioni collegiali), via Brigata Regina (gip-gup) e piazza De Nicola (Riesame).