Si intitola «Disagio vol.1» l'album di debutto del cantautore salentino Proto, classe 2000, originario di Matino (Le). Il disco è prodotto da Gate19 con il contributo di NuovoImaie e racconta la vita con una costante sensazione di disagio, pressione di un mondo che ti fa sentire ogni giorno sbagliato e amplifica le tue insicurezze. Ma il disagio è anche voglia di evadere dalla vita ordinaria, rompere gli schemi e non fare le cose come vogliono gli altri. Fondamentale per Proto è stato l’incontro con Peppe Levanto, che nel corso del lavoro di produzione ha inserito le sue idee e la sua creatività andando alla ricerca di un sound lontano dal mainstream, cavalcando le piccole imperfezioni che rendono i brani unici.

Originario di Matino, il disco di debutto prodotto da Gate 19 è una voglia di evasione e rottura degli schemi
Martedì 10 Dicembre 2024, 16:26
Cominciamo dal titolo, «Disagio», come lo spieghiamo in un'epoca storica in cui questa parola non è più un tabù?
«Disagio è la più sincera espressione del nostro io, quello vero, senza maschere e senza filtri; quello che alla domanda “come stai?” non deve per forza rispondere “tutto bene”; quello che non deve né dimostrare né fingere nulla, e che non cerca di nascondere le sue debolezze, anzi le abbraccia e le sfrutta a proprio vantaggio. Sicuramente rispetto a qualche anno fa il tema è molto più centrale, ma credo che si possano e si debbano fare ancora dei passi avanti».
Questo disco è un "volume 1", prevediamo anche l'uscita di un sequel?
«Avrei tante cose da dire sul disagio, e un solo disco non mi basta. Sto già scrivendo e progettando un volume 2 e ho l’esigenza di realizzarlo, ma non escludo nemmeno di poter cambiare totalmente idea».
Quanto è stata importante la sinergia con Peppe Levanto per il progetto?
«È stata fondamentale, siamo stati fin da subito sulla stessa lunghezza d’onda e ha capito le mie idee come non avrebbe fatto nessun altro. Passare del tempo in studio con lui mi ha arricchito tantissimo, sia artisticamente che umanamente».
Ha una buona esperienza di palco, se dovesse immaginare un futuro, dove vorrebbe suonare?
«Potrei citare tantissimi palchi importanti dove mi piacerebbe portare la mia musica, ma il mio sogno proibito è quello di fare un tour di concerti all’interno dei discount italiani. Vorrei la gente che urla il mio nome tra gli scaffali e che, al prezzo del biglietto, si può godere sia il concerto, che portare a casa tutto quello che vuole, le patatine, la frutta o l’insalata (o lanciarmi addosso i pomodori se faccio schifo). Vorrei, anche se in maniera decisamente più trash, l’atmosfera e le luci di uno stadio all’interno di un supermercato, faccio musica solo per questo».
Le sue radici sono nel profondo Salento, che cosa le ha dato questa terra a livello di ispirazione?
«La fortuna di raccontare delle storie che non avrei mai raccontato nelle mie canzoni se fossi nato altrove, o almeno non lo avrei fatto nello stesso modo. La vita lenta che c’è qui aiuta tantissimo il processo creativo e stimola le idee. Fare musica a volte non è facile per tantissimi motivi, ma sono sinceramente contento di partire da qui».
Sta per iniziare un nuovo anno: cosa vorrebbe che le portasse?
«Vorrei stare bene con me stesso e con gli altri, vorrei scrivere tantissimo, crescere artisticamente e, anche se non sarà l’anno prossimo, spero di organizzare al più presto il mio tour nei migliori discount italiani».