Sabato 06 Settembre 2025 | 22:17

Serena Brancale oggi all'1 maggio di Taranto: «Parolacce? Le interpreto con il sorriso»

 
G. Flavio Campanella

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G. Flavio Campanella

Serena Brancale oggi all'1 maggio di Taranto: «Parolacce? Le interpreto con il sorriso»

Il 10 maggio esce su Spotify la versione completa del progetto in Spagna. Prossimamente sarà Barcellona per altri reel e video

Mercoledì 01 Maggio 2024, 09:00

Si definisce bastardina (vedi profilo Facebook). Per forza: nelle sue canzoni chiama il vicino di casa Kin d merd e ha pure La zia spacciatrice, che non ha però niente a che vedere con il Mio cognato di quando, ragazzina, esordiva nel film di Piva. Serena Brancale, cantautrice e polistrumentista (oltre ad avere un timbro vocale graffiante, è una talentuosa pianista e percussionista), a 35 anni (li compirà sabato prossimo) sa pure fare il baccalà in tante versioni, soprattutto quando si tratta di intonarlo e ballarlo (con ritmo dance) n’dèrr’a la lanze e ormai dappertutto in Italia. Ci sono già una trentina di date fissate del «Baccalà on tour», soprattutto in Puglia, ma anche alle Isole Eolie, ad Amalfi. In più sarà presente in occasione di eventi come il Gay Pride di giugno a Roma.

Partiamo proprio dall’attualità. Dopo la partecipazione al concerto di Annalisa e un’esibizione a Molfetta, oggi sarà al Concertone del Primo Maggio a Taranto. Si aspettava la chiamata da parte degli organizzatori?

«Non vedevo l’ora. Ho apprezzato molto l’invito, sia dal punto di vista professionale, sia perché condivido i temi della manifestazione. Proporrò cinque brani, tra cui La dolce vita dal mio ultimo album del 2023. Non mancherà Baccalà, che ho appunto cantato anche con Annalisa al Palaflorio lo scorso 12 aprile dopo un equivoco iniziale. Lo spiego perché è divertente. Negli ultimi tempi sono subissata di messaggi e chiamate di presunti amici e cugini d’America. A me piacerebbe ringraziare tutti, ma ho dovuto un po’ frenare questa pressione dall’esterno. Quando mi ha telefonato una certa… Annalisa, che mi chiedeva di cantare con lei, ho risposto che non sapevo chi fosse. Non potevo accettare mica al buio di fare un duetto con una sconosciuta in qualche locale della penisola. Poi si è scoperto l’arcano. Lei aveva chiesto il numero a Dario Panza, batterista di entrambe, senza che lui mi avvertisse. Voleva farmi una sorpresa. Ovviamente, ho chiamato Annalisa e mi sono scusata. Le ho detto che sarei stata entusiasta di essere con lei sul palco. È bravissima. E ha studiato il mio brano nei minimi dettagli».

Si è formata artisticamente anche appassionandosi alla musica classica, al teatro e alla danza. Poi c’è stata una evoluzione, fino ad arrivare a mescolare soul, rhythm and blues, jazz e nu-soul. Ha peraltro più volte rimarcato l’influenza del grande Pino Daniele, un artista dalla cifra stilistica straordinaria. C’era bisogno di arrivare al dialetto e alle parolacce per sfondare?

«Potrei rispondere: nun nce scassate 'o cazzo. A parte il fatto che anche Pino utilizzava le parolacce, vedi appunto in Je so' pazzo, non capisco perché debba essere un problema il fatto che una cantante laureata che fa musica colta a un certo punto decida di cantare le parolacce col sorriso. Del resto, basta vedere il lavoro che c’è dietro. Gli accordi che ci sono sotto, per dirne una, ti fanno capire che la musica è studiata, mica improvvisata. È da dieci anni che faccio sperimentazioni ed esercizi di stile, partendo da Sta uagnedd. Il modo in cui vengono dette le parolacce secondo me è tutto. Ricordo che un grande intellettuale come Pier Paolo Pasolini ha scritto il libro Ragazzi di vita che ne è pieno.

Già nel 2012, il primo album da solista («Serena Brancale») l’ha consacrata come rivelazione nel panorama musicale italiano. Nel tempo sono cresciuti la stima degli addetti ai lavori e l’apprezzamento di un pubblico sempre più vasto anche grazie all’energia e al coinvolgimento delle esibizioni («tenzion cá brusc»). L’esplosione di notorietà arriva però ora. Ci si immagina quindi che il filone non sia concluso. Quale altra sorpresa dobbiamo aspettarci a breve?

Intanto, dopo reel e video sui social, il 10 maggio esce La zia su Spotify con tutto il lavoro grafico a completamento del progetto. Dopodiché ci saranno sicuramente altre uscite, sempre con la collaborazione di Dropkick_m col suo finger drumming (tamburellare con le dita, ndr). Poi saremo a Barcellona. Faremo dei live, più altri video. E perfezioneremo nuove idee. Ecco: la cosa più bella per me adesso è pensare che, dopo tanti anni di ricerca e di lavoro di squadra, mi ritrovo a operare con giovani professionisti che ho scelto e con un management che mi supporta in tutte le mie azioni. Non è stato facile».

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