Non c’è dubbio che ogni genere musicale abbia degli strumenti per così dire «iconici» e, nel caso del jazz, l’associazione di idee conduce quasi sempre a pensare alla tromba o al sax. È invece decisamente difficile che la musica afroamericana possa essere rievocata dall’immagine di un flauto, sebbene proprio grazie al jazz questo strumento abbia ampliato in maniera considerevole i propri orizzonti espressivi. Basterebbe ricordare la tecnica del cosiddetto «suono parlato» del negletto Sam Most, poi portata alle estreme conseguenze da Rahsaan Roland Kirk o il virtuosismo estremo di Eric Dolphy – che intitolò persino una propria composizione al collega Gazzelloni – per rendersi conto del ruolo non proprio marginale rivestito da uno strumento che vanta una buona galleria di virtuosi, tra i quali ricordiamo gli americani Frank Wess, Herbie Mann, Hubert Laws, Buddy Collette e James Newton e gli europei Bobby Jaspar e Jacques Pelzer.
La premessa è d’obbligo per parlare di Aldo Di Caterino, venticinquenne barese laureato in flauto e musica jazz al Conservatorio «Niccolò Piccinni» che, dopo alcuni lusinghieri piazzamenti in concorsi nazionali – citiamo per tutti il «Massimo Urbani» di Camerino – approda ora al suo esordio discografico con l’album Amorè edito dalla Abeat Records, mettendosi in luce nella doppia veste di solista e compositore. Per questo lavoro che rimarca la simbiosi assoluta del personaggio con il suo strumento, Di Caterino ha scelto la formula del duo di flauto e chitarra, arricchita in alcune delle tracce da una serie di ospiti il cui contributo aumenta l’interesse di una registrazione che si muove con buona disinvoltura verso l’idea di un jazz contaminato tanto da sonorità mediterranee, quanto da gustosi colori e atmosfere latinoamericane.
Compagno di strada in questa impresa è il chitarrista barese Nando Di Modugno, apprezzato maestro delle sei corde la cui esperienza solistica e la cui propensione all’esaltazione del melos rappresentano il viatico migliore per sostenere il giovane collega: suoi sono infatti due brani originali come gli indovinati Gli amori sospesi e Salgado – quest’ultimo in trio con Giorgio Vendola al contrabbasso - e sempre a lui, si presume, è riconducibile la scelta di inserire in scaletta due titoli squisitamente chitarristici come Always By Your Side di Ralph Towner e Always and Forever di Pat Metheny.
Di Caterino, si diceva, si fa apprezzare come solista dal fraseggio sciolto e dalla buona inventiva, mettendosi anche in luce come autore efficace con ben tre titoli, ovvero Amoré, Acredine e Lo Scacciapensieri, nei quali appare tra l’altro evidente la sua passione per la musica brasiliana e argentina. Completano la scaletta il vivace Chorinho Pra Ele del brasiliano Ermeto Pascoal, in cui si aggiunge la fisarmonica dell’ostunese Vince Abbracciante e l’intensa versione cameristica di Alfonsina Y el Mar di Ariel Ramirez che si arricchisce invece dell’intervento vocale di Paola Arnesano e delle calde sonorità del violoncello Luciano Tarantino.
A rimarcare l’interesse che Di Caterino già suscita nel panorama jazzistico italiano, le belle parole di apprezzamento che due colleghi dalla solida reputazione come il flautista Nicola Stilo e il bassista Dario Deidda hanno affidato alle note di copertina. Un disco tutto pugliese per un musicista di talento che è potuto approdare a questo traguardo anche grazie al sostegno di Puglia Sounds.