Ha scelto di dare il suo nome all'album di esordio che esce oggi, 26 maggio, per Sumo Records /Ada Music Italy: stiamo parlando del cantautore salentino Wepro, nome d'arte di Marco Castelluzzo, classe '93, attivo nel panorama underground romano dal 2018, già tra gli artisti del Concerto del Primo Maggio di Roma 2023, finalista di Sanremo Giovani 2018. Insieme al disco arrivano anche i primi concerti di presentazione dal vivo: il tour parte questa sera da L'Aquila con uno showcase e proseguirà poi al Monk di Roma (il 3 giugno), al Mood Festival di Cosenza (il 6 giugno), al Cantiere di Lecce (l'8 giugno), al Medimex di Taranto, il 18 giugno, opening act per Tom Morello e The Cult, e a Perugia il 29 luglio per il Fusotronica Festival.
Anticipato nei mesi scorsi dai singoli “Come mi vuoi”, “Nofriends” e “Il senso delle piccole cose che sono grandi”, nell'album Wepro presenta un lavoro che parte da una matrice rock ma si dirama anche nell’elettronica, per poi precipitare nella più nuda ed essenziale chiave acustica.
Cosa ha voluto mettere dentro questo disco?
«Ho racchiuso l'intera essenza del mio eclettismo musicale. Mi sono spinto oltre i confini dei generi, rimanendo fedele a me stesso. Questo è il mio modo di fare rock nel 2023. Le tracce spazieranno dall'hip hop al rock, fino al cantautorato. Nonostante ciò, emergerà sempre una caratteristica unica e personalissima».
La sua anima è rock, ma secondo lei oggi c'è un reale ritorno al genere o è più una moda del momento?
«Indubbiamente, ultimamente c'è stata notevole attenzione nei confronti del genere. Spetta a coloro che lo praticano ora dimostrare agli ascoltatori che c'è qualcosa di nuovo e che il rock può presentare sfumature innovative e diverse rispetto al passato».
Tecnicamente l'album è stato registrato unendo al digitale anche la traccia 'sporca': secondo lei oggi la produzione tende a sopraffare la canzone vera e propria?
«Ritengo che l'aspetto della produzione e della melodia siano entrambi cruciali. Le produzioni prive di una buona melodia rimangono semplici basi musicali, mentre buone melodie senza una produzione accurata sembrano incomplete. Non si tratta solamente di sovraccaricare la base musicale con elementi, ma anche di cercare il suono perfetto e di dedicarsi all'arrangiamento. In conclusione, è fondamentale curare entrambi gli aspetti allo stesso modo, senza che uno prevalga sull'altro».
Ha fatto tante cose nel suo percorso, è passato dal Primo Maggio a Sanremo Giovani, attraversando anche il mondo Disney: di cosa è più orgoglioso?
«Ogni piccolo traguardo era giusto per il momento che stavo vivendo, quindi mi porto dietro con uguale gioia tutte le mie piccole esperienze».
Aprirà al Medimex di Taranto i concerti di The Cult e Tom Morello: sente un po' addosso la responsabilità?
«Per il momento solo tanta adrenalina e voglia di portare a casa uno show bellissimo!»
Che musica c'è nei suoi ascolti, cosa le piaceva da piccolo e cosa oggi?
«Ho iniziato ascoltando molto rock, hard rock e pop punk, così come il pop. Ma da lì i miei gusti musicali si sono allargati verso l'elettronica, l'R&B e l'hip hop. Di recente sono immerso solo nella musica strumentale, come se le note stesse mi comunicassero tutto ciò di cui ho bisogno, senza necessità di testi o parole aggiuntive».
Che estate la aspetta?
«Vorrei poter onorare il lavoro che ho svolto, esibendomi tanto dal vivo quest'estate. Credo fermamente che sia il più grande desiderio per chi fa musica come la mia. Lo studio è un'esperienza meravigliosa, ma la vera magia si sprigiona durante le performance live».